Conte tiene il punto sulle armi, Draghi il 19 maggio alle Camere

Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte e dietro una foto del premier Mario Draghi, durante la trasmissione televisiva “In mezz’ora+” in onda su Rai 3,
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte e dietro una foto del premier Mario Draghi, durante la trasmissione televisiva “In mezz’ora+” in onda su Rai 3, Roma 27 marzo 2022. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – Il premier Mario Draghi dopo la missione negli Stati Uniti, parlerà giovedì prossimo in Parlamento, prima alle 9 al Senato, poi alle 11:30 alla Camera. Sullo sfondo il tema caldo dell’invio di armi all’Ucraina e l’impegno del governo per la pace. Da un lato i Cinquestelle premono. Chiedere che Draghi venga in Parlamento dopo un’emergenza del genere non è irrituale, è un dovere”, dice il leader del M5s, Giuseppe Conte a Porta e Porta.

L’ex premier mette in chiaro di non aver inferto stilettate al capo del governo, ma sicuramente insiste sulle posizioni del Movimento. “Quanto abbiamo sentito parlare di negoziati? Ad oggi abbiamo sentito parlare di aumento di spese militari, di quali armi inviare all’Ucraina”, rilancia Mariolina Castellone, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato.

Ma nei Cinque Stelle si apre anche un altro fronte tutto interno e riguarda la sostituzione di Vito Petrocelli alla presidenza della commissione Esteri di palazzo Madama. Entro venerdì i gruppi devono presentare i nuovi nomi per la Commissione Esteri. Nel frattempo Alternativa ha depositato, ieri alla Camera e oggi al Senato, una mozione contro l’invio delle armi in Ucraina e per la promozione di una conferenza di pace.

“L’Italia ha già inviato all’Ucraina 150 milioni in armi. Il ministro della Difesa Guerini ha ribadito la disponibilità del nostro Paese a favorire un ulteriore ampliamento della Nato il che pregiudicherebbe, ancor più, la possibilità di ripristinare una trattativa di pace con la Federazione russa”, sottolinea il capogruppo di Alternativa, Mattia Crucioli.

A gettare acqua sul fuoco su un tema caldo come quello della guerra in Ucraina è il partito di Matteo Salvini: “Grande soddisfazione da parte della Lega per le parole di Mario Draghi, che alla Casa Bianca ha insistito sul tema della pace. Esattamente quanto auspicato da Salvini alla vigilia del viaggio del presidente del Consiglio”, riferiscono fonti del partito.

Gli fa eco Forza Italia. Antonio Tajani non nasconde la soddisfazione per l’esito della missione americana di Draghi: “Si è spostato l’asse politico del nostro Paese – sottolinea il coordinatore azzurro – con Conte la priorità era la Cina, con Draghi l’Europa e le relazioni transatlantiche”.

Nel centrosinistra c’è chi invita a moderare i toni. “Non c’era alcun bisogno di tirarlo per la giacchetta a scopo puramente demagogico, la pace è auspicata da tutti, è sbagliato issare bandierine ed evidenziare distinguo”, osserva il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone parlando della decisione del premier di tenere un’informativa.

“Con il viaggio negli Usa, autorevolezza e credibilità dell’Italia è cresciuta. Da Mario Draghi sempre posizioni giuste e condivise sull’Ucraina, con l’obiettivo di intensificare le trattative per la pace. Chi aveva dubbi sulla sua missione, immagino si stia ricredendo”, ribadisce il senatore Pd Andrea Marcucci.

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