“Primo caso di Covid”, Kim chiude la Corea del Nord

Kim Jong-un durante una sfilata. (ANSA)

PECHINO.  – Kim Jong-un si è presentato con la mascherina azzurra in pubblico, per la prima volta in oltre due anni di pandemia, a rimarcare “l’estrema gravità del momento”.

Alla riunione d’emergenza del Politburo del Partito dei Lavoratori il leader nordcoreano ha parlato di “massima emergenza” per “vincere” la lotta al “virus maligno” nel primo caso e focolaio ufficiali che hanno portato a disporre il lockdown sull’intero Paese, secondo l’agenzia ufficiale Kcna.

Ma la “più grave emergenza” del Paese protetto finora “con determinazione” dal nuovo coronavirus, non significa che il Nord abbia cambiato la sua politica e i suoi piani sugli armamenti.

Anzi, per tutta risposta Pyongyang ha effettuato, a poche ore dalla conferma dell’assalto della variante Omicron al precario o inesistente sistema sanitario nazionale, il sedicesimo test missilistico da inizio anno con il lancio da Sunan, alle porte della capitale, di tre vettori balistici a corto raggio finiti nelle acque del mar del Giappone.  Hanno volato per circa 360 km con un apogeo di circa 90 km e una velocità massima stimata dai militari di Seul pari a cinque volte quella del muro del suono (Mach 5).

Una provocazione avvenuta ad appena due giorni dall’insediamento del neo presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e quando manca una settimana alla prima missione in Asia di Joe Biden, che sarà a Seul e Tokyo dal 20 al 24 maggio. Ma non solo: a Yoon, al briefing d’esordio sulla sicurezza, il Comando di Stato maggiore congiunto ha ventilato l’ipotesi di un inminente test nucleare di Kim.

Nel frattempo, l’emergenza Covid è “la nuova priorità”, ha continuato la Kcna, spiegando che le autorità di Pyongyang hanno condotto domenica l’esame dei campioni raccolti da pazienti con febbre e “hanno concluso che erano identici alla variante Omicron BA.2”. L’agenzia non ha menzionato il numero di casi, ma dal resoconto fatto sembrerebbero esserci più persone confermate positive.

Il leader ha disposto controlli ancora più rigidi alle frontiere e lockdown su scala nazionale, sollecitando i concittadini “a bloccare completamente la diffusione del virus e a chiudere le aree in tutte le città e le contee del Paese”. Ogni attività commerciale e produttiva sarà organizzata in modo che le unità di lavoro siano “isolate” per prevenire la diffusione dell’infezione.

Il Nord ha sempre negato di avere avuto casi di Covid grazie alla chiusura delle frontiere decisa a gennaio 2020 dopo l’esplosione della crisi a Wuhan, in Cina. La leadership ha rifiutato i vaccini dal mondo esterno, anche quelli già pianificati dal Covax, il programma sostenuto dall’Organizzazione mondiale della sanità, oppure offerti da Cina e Russia. Dal 3 gennaio 2020 all’11 maggio 2022, il Nord ha avuto “zero casi confermati di Covid-19 e zero decessi”, secondo il database dell’Oms: ora si è aperto un nuovo capitolo con possibili scenari devastanti viste le scarse difese medico-sanitarie della Corea del Nord.

(di Antonio Fatiguso /ANSA).