Milinkovic-Savic beffa la Juve, ma è festa per Chiellini

L'abbraccio di Chiellini e Dybala. Entrambi danno all'addio della Juve.
L'abbraccio di Chiellini e Dybala. Entrambi danno all'addio della Juve. (Ansalatina)

TORINO.  – Milinkovic-Savic firma la beffa a tempo scaduto, la Lazio agguanta a Torino il punto che mancava per la qualificazione matematica in Europa League. Il serbo, e in precedenza una deviazione di Alex Sandro su tiro di Patric, permettono a Sarri di recuperare dal doppio svantaggio maturato nel primo tempo con le reti di Vlahovic e Morata.

Lo Stadium è in festa per Chiellini, è tutta per lui la coreografia dell’impianto che con migliaia di bandierine gialle forma la scritta “Chi3llo”. E sugli spalti sono presenti anche Leao, l’attaccante portoghese del Milan venuto in visita a Torino, e Buffon, ex bandiera Juve.Il difensore guida la retroguardia con Bonucci davanti a Perin, in attacco c’è Dybala, l’altro bianconero che saluterà la Juve al termine della stagione.

La Joya supporta Vlahovic insieme a Morata e Bernardeschi, in mediana giocano Locatelli e il giovane Miretti. Sarri, tecnico dell’ultimo tricolore bianconero e sommerso dai fischi dello Stadium all’annuncio delle formazioni, è senza Immobile e sceglie Cabral per sostituirlo. Per il resto la Lazio è in formazione-tipo, con Cataldi preferito a Leiva e Milinkovic-Savic, tra i desideri bianconeri per la prossima estate.

Dopo la festa delle Juventus Women, premiate per il quinto scudetto consecutivo, la sfida tra bianconeri e biancocelesti può cominciare. E Cataldi fa súbito tremare Perin, con il suo destro dal limite dell’area che colpisce la traversa dopo meno di cinque minuti. Ma è la Juve a passare in vantaggio: cross dalla sinistra di Morata, Vlahovic scappa alle spalle di Marusic e colpisce di testa. Il serbo esulta con la “Dybala-mask”, poi abbraccia calorosamente Chiellini. E il difensore esce al 17′, proprio come i suoi anni in bianconero, tra la standing ovation del pubblico e i saluti di compagni e avversari, lasciando il posto a De Ligt e la fascia di capitano a Dybala e concedendosi ai tifosi con un giro di campo. Sul terreno di gioco, intanto, la Lazio prova a reagire e si fa pericolosa con Felipe Anderson e Zaccagni, ma senza riuscire ad impensierire Perin.

E, anzi, sono i bianconeri a trovare il raddoppio al 36′: Dybala comincia l’azione con una giocata di tacco, poi Morata porta a spasso mezza difesa della Lazio e conclude con un destro a giro che supera Strakosha. La pausa negli spogliatoi, però, scuote i biancocelesti, che riaprono la sfida ad inizio secondo tempo: su azione di corner, il colpo di testa di Patric è deviato da Alex Sandro alle spalle di Perin. I due tecnici cominciano con la girandola di cambi, Sarri inserisce Pedro mentre Allegri opta per tre sostituzioni in un colpo solo (Aké, Kean e Pellegrini) e sposta Dybala nel ruolo di punta centrale.

La Joya cerca il gol per salutare i suoi tifosi, ma non ci riesce: al 78′ si chiude la sua avventura alla Juve, tra gli abbraccia dei compagni e del suo allenatore. “Chi non salta nerazzurro è” cantano i tifosi durante il giro di campo all’argentino, con annesso messaggio subliminale a non “tradirli” con l’Inter. E nel finale c’è spazio anche per le proteste della Lazio: segna Felipe Anderson, ma Ayroldi fischia in precedenza un fallo di Milinkovic-Savic su Bernardeschi prima che il pallone finisca in porta. All’ultimo dei cinque minuti di recupero, la zampata del serbo è decisiva per il 2-2 definitivo e rovina l’ultima in casa della Juve.

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