Scontro tra Berlusconi e governisti Fi sull’Ucraina

Silvio Berlusconi in una foto d'archivio
Silvio Berlusconi in una foto d'archivio. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – La questione Ucraina entra in parlamento e divide i partiti, mentre i gruppi parlamentari dei 5 stelle tirano per la giacchetta Draghi chiedendo che riferisca alle Camere, che risponda ad un premier time, che metta ai voti il nuovo invio di armi a Kiev.

Tra gli azzurri non è passata inosservata la presa di posizione morbida di Silvio Berlusconi, poi corretta, sulle “ragioni” del leader russo Vladimir Putin , né tantomeno è rimasta sotto silenzio l’esternazione di dubbi e critiche su un nuovo invio di armi. La spaccatura è tra i governativi e le anime filo-leghiste che vorrebbero smarcarsi da alcune decisioni prese dall’Esecutivo.

In questo quadro si amplificano le distanze su questioni più interne come la scelta fatta da Silvio Berlusconi di promuovere la senatrice Licia Ronzulli commissaria regionale del partito in Lombardia per Forza Italia. Nulla di nuovo, commentano in molti, si tratta dell’eterno scontro tra Maristella Gelmini e Licia Ronzulli.

Ma la ministra per gli affari regionali non usa mezzi termini sulla vicenda ucraina: “Non posso credere che il presidente Berlusconi abbia detto quelle parole. Immagino sia stato frainteso. Siamo un movimento politico filo atlantista, europeista e ci siamo chiamati in passato ‘Popolo della libertà'”. “Se è cambiata la linea qualcuno dovrebbe dircelo”, lamenta.

La risposta arriva dal coordinatore nazionale di FI Antonio Tajani: “Non vedo differenze di linea politica all’interno di FI. Ci possono essere visioni differenti come in tutti i partiti. L’unità si crea attorno a Silvio Berlusconi come è sempre stato, non vedo problemi così gravi”. Tajani taglia corto e sottolinea che Berlusconi “ha sempre scelto lui i coordinatori, è previsto dallo statuto e si è sempre dimostrato saggio”. A Gelmini poi ricorda che “ricopre l’incarico più importante dopo Berlusconi”, quindi, nessun ” sottodimensionamento”.

Intanto al Senato si attende l’informativa di Draghi, prevista per giovedì prossimo, sulla situazione in Ucraina. La Lega, in capigruppo, avanza la proposta di avere un premier time, nello stesso pomeriggio di giovedì. I 5s invece, per voce della capogruppo, Mariolina Castellone, chiedono che il governo riferisca con comunicazioni in Parlamento prima del Consiglio europeo straordinario del 30 e 31 maggio prossimi per consentire poi un voto su quanto dirà.

La proposta viene appoggiata anche dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati che, sottolineando “la centralità delle Camere ” chiede al ministro per i rapporti con il parlamento, Federico D’Incà, di farsene portavoce. Tensioni che si sommano, sempre a Palazzo Madama, al continuo braccio di ferro sul successore di Petrocelli alla guida della Commissione esteri.

Non solo perché Forza Italia ambirebbe ad ottenere una presidenza di commissione in Senato, ma anche perché il Movimento è diviso. Una parte dei pentastellati sostiene Ettore LIcheri, in quota Giuseppe Conte, un’altra la senatrice Simona Maiorino, più vicina al ministro Luigi Di Maio. Una situazione che potrebbe portare ad un voto al buio.

(di Simonetta Dezi/ANSA)

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