Svolta Usa: calciatrici nazionale pagati come gli uomini

La calciatrice americana Megan Rapinoe esulta dopo una partita. ANSA/ EPA/IRA BLACK

WASHINGTON.  – Quando la nazionale di calcio femminile americana vinse i suoi quarti mondiali nel 2019 allo stadio si alzò un sol coro: “Stipendi uguali!” per uomini e donne.

Due anni e diverse cause in tribunale dopo la Federazione Usa ha preso una decisione storica: i giocatori e le giocatrici della selezione guadagneranno la stessa paga e divideranno in parti uguali i bonus della Fifa.

 Una svolta a lungo attesa in un Paese in cui il calcio è sempre più popolare tra le ragazze. E una vittoria per le star del calcio femminile a stelle e strisce, Megan Rapinoe e Alex Morgan in testa, che anni fa hanno lanciato la battaglia per l’equiparazione degli stipendi raccogliendo di recente anche il sostegno del presidente Joe Biden che considera la parità di stipendio tra uomini e donne una priorità della sua amministrazione.

Fino a oggi, le giocatrici della nazionale americana hanno guadagnato il 40% in meno dei loro colleghi uomini. “Nessun altro paese ha mai fatto questo. Dobbiamo essere orgogliosi, è veramente un passo storico”, ha commentato la presidente della Federcalcio americana Cindy Parlow Cone. In realtà gli Stati Uniti non sono il primo Paese a stabilire la parità di stipendio per calciatrici e calciatori.

Pass in avanti in questo senso erano già stati compiuti da Norvegia, Australia e Olanda. Ma gli Usa sono i primi a decidere l’equa distribuzione dei premi Fifa dopo una lunga contrattazione con la nazionale maschile che alla fine ha dovuto cedere.

Nonostante, infatti, la squadra maschile americana sia nettamente inferiore alle donne e non abbia fino a oggi raggiunto grandi traguardi i bonus stabiliti per gli uomini a livello internazionale restano di gran lunga più alti. Un esempio: la nazionale che vincerà i prossimi mondiali in Qatar riceverà riceverà 42 milioni dollari. Se la nazionale maschile americana riuscirà ad arrivare agli ottavi riceverà 13 milioni di dollari, più del triplo di quello che la squadra femminile ha ricevuto vincendo il torneo nel 2019.

La decisione di dividere  in parti uguali i bonus Fifa presa dalla Federazione calcio Usa sarà in vigore fino al 2028 e coprirà i prossimi quattro mondiali. “Fino a quando la Fifa non metterá lo stesso montepremi per uomini e donne, l’unica scelta che avevamo era metterci d’accordo tra di noi”, ha spiegato la presidente.

Quella del divario tra i guadagni di atlete e atleti è una questione che si dibatte da anni in molti sport. Pioniere della battaglia sono state proprio le tenniste negli Stati Uniti che nel 1973, era l’epoca della grande Billie Jean King, ottenero l’equiparazione del premio finale agli Us Open. Ci vollero 28 anni perche’ un altro torneo del Grand Slam, gli Australian Open, prendesse la stessa decisione nel 2001. Nel 2007 fu la volta di Wimbledon e qualche settimana dopo del Roland Garros.

La torcia della battaglia era stata presa in mano dalle sorelle Williams. Ed è stata proprio Serena, con le veterana Pam Shriver e Billie Jean, ad attaccare quest’anno gli Internazionali di Roma per l’enorme scarto, più della metà, tra il montepremi assegnato al vincitore del torneo maschile, 836.355 euro, e quello femminile, 332.260. Le tre campionesse americane hanno lanciato l’idea di creare un sindacato per acquistare l’Open d’Italia femminile e mettere fine alla disparità anche a costo di trasferirlo in un’altra città.

(di Benedetta Guerrera/ANSA).