La guerra dei diplomatici, Mosca espelle 24 italiani

Il presidente russo Vladimir Putin. (ANSA)

ROMA.  – Contro la Russia, l’Italia ha compiuto “azioni apertamente ostili e immotivate”. Con questa accusa, riferita all’espulsione il mese scorso di 30 diplomatici russi, Mosca ha deciso di espellere 24 funzionari italiani dell’ambasciata, degli uffici consolari e dell’Ice in Russia.

La risposta – che si accompagna a quelle analoghe decise contro Francia (34) e Spagna (27) – si è fatta attendere un mese e mezzo. Un tempo che evidentemente non è bastato a placare l’ira di Mosca, e magari a farle usare un occhio di riguardo verso un Paese considerato amico fino a quando l’invasione dell’Ucraina ha determinato una dura risposta unitaria dell’Ue, Italia compresa.

“É un atto ostile ma non bisogna assolutamente interrompere i rapporti diplomatici” con la Russia, è stata la prima reazione del presidente del Consiglio Mario Draghi, spiegando che “se si arriverà alla pace ci si arriverà attraverso quei canali diplomatici”. Un tasto su cui è tornata a battere anche la Farnesina che, pur ribadendo la “ferma condanna per l’aggressione all’Ucraina da parte della Federazione russa”, ha chiesto “con forza un immediato cessate il fuoco” che porti a “negoziati concreti per una soluzione politica e sostenibile del conflitto”.

Quella della Russia era “una reazione attesa” in base al principio della “reciprocità”, ha commentato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Questo – ha aggiunto – non vuol dire che i canali diplomatici si indeboliranno. La nostra mambasciata a Mosca resta operativa e sarà sempre più importante per lavorare per una de-escalation e per la pace”.

All’ambasciatore Giorgio Starace, convocato in mattinata nel grattacielo di epoca staliniana con la falce e il martello sulla Piazza Smolenskaya, dove ha sede il ministero degli Esteri, è stato comunicato che i 24 italiani dichiarati “personae non gratae” dovranno lasciare il territorio russo entro 8 giorni. Lo stesso tempo concesso ai 30 russi, tutti accreditati presso l’ambasciata a Roma nei settori amministrativo, commerciale e della difesa, espulsi dall’Italia il 5 aprile scorso.

Quel giorno la Spagna aveva annunciato un’analoga misura per 25 russi, mentre 24 ore prima era toccato alla Francia invitare 41 diplomatici di Mosca a lasciare il Paese. Un’azione “coordinata a livello europeo”, aveva sottolineato Draghi. E infatti decine di diplomatici russi erano stati espulsi anche da altri Paesi della Ue.

Nei loro confronti, però, la reazione era stata molto più rapida: già dieci giorni dopo Mosca aveva ordinato di partire a 40 diplomatici tedeschi e a 18 in servizio presso la rappresentanza dell’Unione europea in Russia.

Ferma condanna per la rappresaglia diplomatica di Mosca è stata espressa da Francia e Spagna. La decisione “non ha alcun fondamento legittimo”, ha affermato il ministero degli Esteri di Parigi, affermando che i russi espulsi erano in realtà “agenti che agivano sul territorio francese con status diplomatico, operando contro gli interessi di sicurezza” del Paese transalpino. L’espulsione del personale russo, ha fatto eco la Spagna con identiche motivazioni, “era basata su giustificati motivi di sicurezza, che non sono presenti in questo caso”.

Incurante delle proteste, Mosca tira dritto nella sua sfida all’Occidente. E lo scontro, secondo alcune fonti russe, potrebbe allargarsi anche ad organizzazioni globali. La Duma, camera bassa del Parlamento, valuterà il possibile il ritiro della Russia dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), così come dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), riferisce l’autorevole quotidiano economico Kommersant, citando il vicepresidente dell’assemblea legislativa, Pyotr Tolstoj.

In serata, tuttavia, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha parlato con il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, al quale ha “ribadito la volontà della Russia di continuare la sua partecipazione alle attività” dell’organizzazione.

Intanto in un messaggio agli ambasciatori stranieri il capo del Consiglio di sicurezza nazionale Nikolay Patrushev, considerato uno dei consiglieri più ascoltati da Vladimir Putin,  ha rilanciato le accuse agli Usa di mettere a repentaglio “la stabilità strategica in Europa e in Medio Oriente e l’architettura della sicurezza nella regione dell’Asia-Pacifico” per il rifiuto di rinunciare al loro “dominio geopolitico” di fronte all’emergere di “nuovi centri di potere”.

(di Alberto Zanconato/ANSA).

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