Raggiri agli anziani, colpita una banda internazionale

Agenti dei Carabinieri, Interpol e polizia rumena.
Agenti dei Carabinieri, Interpol e polizia rumena. (Ufficio Stampa)

REGGIO CALABRIA. – “Dai amore perché sono tua moglie! Se tu non mi aiuti chi vuoi che mi aiuta”. “Non mi pensi a me che non c’ho medicine! Te ne freghi… mi vuoi morta”. “Ci vado a parlare con tua moglie?”. “Devo chiamare tua moglie e gli dico: ‘Mandameli tu 1.000 euro che tuo marito mi ha fatto fare tre prestiti e io adesso devo scappare'”.

A parlare così erano alcune donne romene che costringevano anziani della Locride a versare somme di denaro che poi venivano trasferite in Romania attraverso “Money Transfer”. Ma non si trattava di richieste singole e estemporanee. Dietro c’era la regia di un’organizzazione internazionale con base in Romania che si è così impossessata di oltre un milione di euro.

A smantellare il giro sono stati i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e l’Europol con la collaborazione delle polizie di Romania, Germania e Olanda, con l’operazione “Transilvania” coordinata dalla Procura di Locri. Sedici le persone arrestate – 13 con mandato europeo – prevalentemente romene, accusate di associazione a delinquere finalizzata alla circonvenzione di anziani. I pm contestano anche i reati di estorsione e riciclaggio.

Su disposizione del gip, 10 soggetti sono finiti in carcere e 6 ai domiciliari. Complessivamente sono 59 gli indagati, molti dei quali accusati di aver fatto parte dell’organizzazione il cui vertice si trova in Romania con basi operative in Calabria e, in particolare, nei territori di Reggio e dei Comuni di Bianco, Melito di Porto Salvo, Siderno, Rosarno, Bovalino, ed una anche in Sicilia, a Milazzo.

A tirare i fili c’era la famiglia romena dei Lacatus e in particolare due coniugi originari di Bistriţa-Năsăud, in Transilvania. Erano loro i destinatari di un flusso di denaro stimato in un milione di euro. Le intercettazioni e gli accertamenti finanziari hanno consentito ai carabinieri di ricostruire i ruoli dei singoli indagati: ognuno aveva un compito ben definito all’interno della rete che si sarebbe avvalsa di giovani donne addestrate a selezionare con attenzione le proprie potenziali vittime: tutti anziani tra i 70 ed i 90 anni, che soffrivano la solitudine e che venivano indotti al versamento di cospicue e continue somme di danaro.

Approfittando delle condizioni di vulnerabilità degli anziani, le giovani romene si dichiaravano infatuate delle loro vittime, nonché bisognose di denaro, adducendo nella maggior parte dei casi fittizi di problemi di salute personali o dei propri familiari. Tra le vittime anche il padre di un esponente di spicco della ‘ndrangheta che da anni è in carcere perché condannato all’ergastolo. Anche lui è stato vittima di una delle donne alle quali ha consegnato migliaia di euro credendo che servivano per l’acquisto di farmaci.

L’indagine è partita dalla denuncia di un anziano alla stazione dei Carabinieri di San Luca dove nel dicembre 2018 si è verificato un episodio che dimostra la spregiudicatezza della famiglia Lacatus. Due donne, già condannate e ancora ristrette in carcere, erano state arrestate perché avevano rapinato l’abitazione di un settantasettenne precedentemente circuito, non prima di avergli somministrato una dose quasi letale di valium, causando all’uomo, nei giorni successivi all’evento, ben due infarti. “Il fenomeno delle frodi è la minaccia criminale di più rapida crescita in Europa” ha detto Pedro Felicio dell’Europol.

(di Lucio Musolino/ANSA)

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