Presidente Mattarella richiama all’unità: “Ora centrare gli obiettivi”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo intervento alla cerimonia in occasione della ricorrenza del 10° anniversario del sisma in Emilia del maggio 201
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suointervento alla cerimonia in occasione della ricorrenza del 10° anniversario del sisma in Emilia del maggio 2012 (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

FINALE EMILIA. – Non cita mai le parole Pnrr o Recovery fund ma Sergio Mattarella non può in queste ore che avere le stesse preoccupazioni di Mario Draghi, quel premier che ha nominato per gestire la fase dura della pandemia e, soprattutto, per mettere a terra Il gigantesco piano di sostegno europeo che alla fine dovrebbe portare in Italia oltre 200 miliardi di euro.

Preoccupazioni che porta con sé in Emilia, simbolo del successo della ricostruzione post-sisma, dove il presidente della Repubblica prende la parola a Medolla, epicentro del terremoto del 2012, per un ragionamento che sembra aver l’obiettivo di riportare distratte forze politiche alla “mission” del governo Draghi: discutere nell’ampia maggioranza ma poi fare e realizzare, perché il tempo scorre.

Unità di intenti e responsabilità istituzionale: su questi due binari si muove il richiamo del Capo dello Stato che prende spunto dai successi della ricostruzione emiliana per sollecitare la politica a fare altrettanto bene. “Se le istituzioni che sono in prima linea operano in maniera coordinata e concorde, le decisioni risultano più efficaci”, premette Mattarella dopo aver sottolineato che “la chiave della ripartenza è solidarietà, lucidità e tenacia”.

Ma non basta, il presidente va ancora oltre e riconosce che in Emilia Romagna “le istituzioni hanno fatto la loro parte”. Ma anche l’Unione europea che ha “anticipato quella svolta di segno espansivo poi espressa in modo ampio” proprio con il Recovery Plan. “Tutto ciò che si è sviluppato – spiega Mattarella – ha un nome: cooperazione istituzionale. Che vuol dire confronto aperto, partecipazione, impegno, convergenza, e infine unità d’azione”.

Chiarissimo il messaggio ai partiti di maggioranza, che appaiono leggermente disorientati nel riconoscere le priorità dell’esecutivo dopo la terribile doppietta di pandemia e guerra. Ma non c’è il tempo di leccarsi le ferite: solo “insieme – aggiunge Mattarella – possiamo edificare l’avvenire. Per costruire una realtà migliore, più funzionale, più giusta, non per tornare semplicemente al tempo di prima”.

Forse per questo il capo dello Stato chiude il suo intervento proprio sulla guerra in Ucraina, o meglio sulla necessità della pace: “il nostro obiettivo non è continuare la guerra ma sconfiggere la prepotenza di chi la muove, facendo vincere la pace e la convivenza, nella libertà e nel rispetto del diritto”.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)