L’anno di Milano: l’Inter si arrende, lo scudetto è rossonero

Il Milan festeggia lo scudetto dopo aver travolto il Sassuolo per 0-3
Il Milan festeggia lo scudetto dopo aver travolto il Sassuolo per 0-3. ANSA / SERENA CAMPANINI

ROMA. – A 11 anni dallo scudetto a sorpresa di Max Allegri il Milan manda in estasi il suo popolo asfaltando il Sassuolo con tre gol in mezz’ora, e chiudendo anzitempo il derby con l’Inter che avrebbe dovuto sperare in un harakiri dei cugini. Ma è la città di Milano a uscire in maniera trionfale dalla stagione: dopo lo scudetto dell’Inter è l’ora di festeggiare quello del Milan.

Le due milanesi, che vincono l’ultima gara con lo stesso risultato di 3-0, hanno creato il vuoto: la Juve è in forte difficoltà, il Napoli cresce a piccole dosi, le romane non fanno il salto di qualità e l’Atalanta sembra a fine ciclo.

Trionfo strameritato, il 19/o della gloriosa storia dei rossoneri e che è il primo dopo l’epopea berlusconiana, per una squadra giovane ed ambiziosa magistralmente diretta in campo da Pioli e assistita da un dirigente competente e appassionato come Paolo Maldini. Maignan, Tomori, Theo Hernandez e Tonali sono le colonne di una squadra che ha trovato in Leao un campione straripante che non sarà facile trattenere.

Braccio terminale implacabile col Sassuolo è Olivier Giroud, autore di una doppietta che ha spianato lo scudetto. Ma sui tre gol c’è l’assist del migliore in campo, Leao. Ora ci vorrà qualcosa in più, in particolare in attacco, per disputare una Champions da protagonista. Ma oggi è il tempo di festeggiare un successo atteso per troppo tempo.

L’Inter incassa un secondo posto che lascia un po’ di amaro in bocca per qualche battuta a vuoto in corso d’opera. Con la Samp viene una vittoria netta che non serve a niente, ma Inzaghi sa di avere fatto un buon lavoro, senza Lukaku e Hakimi, grazie a una difesa super collaudata, alla coppia bene assorbita Barella-Brozovic, ai gol di Lautaro. Non ci vorrà molto per mantenere competitivo il futuro dei nerazzurri.

Il Milan scende in campo indemoniato a Reggio Emilia e prende d’assalto un Sassuolo intimorito. Tomori disegna calcio, Leao semina il terrore sulla fascia sinistra e sembra l’inizio di un tiro al segno. In 10′ quattro ottime occasioni con Giroud, Saelemaekers e due volte Leao. Consiglia giganteggia, ma al 17′ deve capitolare: Leao è immarcabile, crossa per Giroud che spara a rete, deviazione di Ferrari e palla che passa sotto le gambe di Consigli.

Non c’è partita, il Sassuolo viene travolto e i suoi attaccanti non vengono messi in movimento. L’arma letale è Rafael Leao, dopo una cannonata di Tonali al 22′ deviata in angolo. Al 31′ Leao si beve Ferrari, centro per Giroud che fa esplodere di entusiasmo i 18 mila tifosi rossoneri dei Maipei e quelli radunati a Piazza Duomo.

Come un pugile suonato il Sassuolo annaspa e il Milan chiude i giochi al 35′: Krunic scippa Lopez, lancia a destra Leao, cross per l’incursione vincente di Kessie. Nel secondo tempo i ritmi scendono ma il Milan non molla la presa e c’è spazio per condividere lo scudetto in campo col 40/enne Ibrahimovic, che mette in suo sigillo ma c’è un fuorigioco di Leao.

Il Napoli in formazione rimaneggiata chiude la pratica Spezia in mezz’ora con tre gol di Politano, Zielinski e Demme. Ma la nota negativa è data dagli incidenti tra tifosi con gara interrotta e poi ripresa. In Europa League vanno la Lazio e la Roma che si concentra sulla finale di Conference League di mercoledì con il Feyenoord. L’ultimo passaporto per l’Europa lo timbra la Fiorentina. Resta in Italia dopo cinque anni l’Atalanta che chiude una stagione deludente che coincide col cambio di proprietà. Gasperini dovrebbe restare ma il ciclo sembra agli sgoccioli.

I 90′ minuti finali hanno anche decretato l’ultima retrocessione: il Cagliari non va oltre lo 0-0 col Venezia e saluta il massimo campionato. Si salva invece la Salernitana, data per spacciata solo due mesi fa, nonostante il pesante ko casalingo con l’Udinese: all’Arechi finisce 4-0 per i friulani che hanno giocato partita vera. Così come il Venezia che, già retrocesso, non ha fatto sconti a nessuno. Lacrime per i sardi, gioia per la Salernitana: A Davide Nicola riesce l’ennesimo miracolo, la sua squadra resta in A.