I filorussi: “processeremo i 2.500 dell’Azovstal”

Un soldato ucraino. (ANSA)

ROMA.  – “I 2.500 criminali della Azovstal devono essere giudicati in tribunale”. Denis Pushilin, capo dell’autoproclamata repubblica di Donetsk (Dpr), insiste, Aggiungendo però un elemento: “Da una Corte internazionale”.E forse non è un caso, nel giorno in cui un tribunale di Kiev al termine di un processo lampo ha condannato all’ergastolo “per crimini di guerra” il soldato russo Vadim Shishimarin, di 21 anni.

Comincia a diradarsi la nebbia sulla possibile sorte degli “irriducibili” della acciaieria di Mariupol che si sono arresi alle forze russe dopo quasi tre mesi mesi di assedio.

“I prigionieri di Azovstal sono detenuti nel territorio della Repubblica di Donetsk. Si prevede di organizzare un tribunale internazionale sul territorio della repubblica”, ha detto Pushilin, citato dall’agenzia russa Interfax.

Una fonte “a conoscenza dei preparativi per il procedimento” ha poi detto all’agenzia russa Interfax che “le informazioni preliminari disponibili indicano che il primo proceso provvisorio si svolgerà proprio qui a Mariupol”, aggiungendo poi che ci saranno diverse altre fasi, che potrebbero aver luogo in altre località.

Il ministero degli Esteri russo ritiene d’altro canto che ci sia la possibilità di uno scambio di prigionieri. Rispondendo a una domanda se sia possibile, il viceministro degli esteri Andrei Rudenko ha risposto: “Credo che tutto ciò che non contraddica il buon senso sia possibile”. Salvo poi prudentemente aggiungere che la questione “non è nella mia área di responsabilità”.

A stretto giro è quindi intervenuto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, riguardo però alla possibilità specifica che i difensori di Azovfstal, che per la precisione sono 2.439 persone tra cui 78 donne, possano esser scambiati con l’oligarca filorusso Viktor Medvedchuk, considerato vicino al presidente russo Vladimir Putin: “Medvedchuk è un cittadino ucraino e non è un militare. Coloro che si sono arresi ad Azovstal sono militari o membri di unità nazionaliste, quindi sono categorie di persone completamente diverse ed è difficile prendere in considerazione qualsiasi scambio a questo proposito”.

Per quanto riguarda lo scambio con soldati russi, anche Peskov ha mostrato prudenza. “Non posso rispondere a  questa domanda, che è nell’ambito delle competenze dei nostri ufficiali militari”.

Non è chiaro come tutto questo possa inserirsi nel filone dei processi preannunciati da Pushilin. Né di quelli previsti a Kiev. Il procuratore generale dell’Ucraina, Iryna Venediktova, ha affermato che sta preparando più di 40 casi relativi a crimini di guerra.

Secondo alcune fonti, sottoporre prigionieri di guerra a processo mentre  il conflitto è ancora in corso potrebbe rappresentare in parte una violazione della convenzione di Ginevra. Ma al tempo stesso potrebbe rappresentare una forma di pressione per accelerare uno scambio con gli irriducibili di Azovstal.

E in questo quadro, la vedova dell’uomo ucciso dal soldato russo condannato oggi ha detto giorni fa in tribunale di sperare di vederlo condannato all’ergastolo. Poi però ha aggiunto: “Ma se venisse scambiato con i nostri difensori dell’Azovstal non mi dispiacerebbe”.

(di Stefano de Paolis/ANSA).