Orrori da Mariupol a Kiev, 200 corpi in un rifugio

I corpi di 50 civili uccisi a Bucha. Archivio. (ANSA)

ROMA. – Una distesa di orrori che non smette di spuntare dai cumuli di macerie dei bombardamenti e dalle fosse comuni scavate in tutta fretta. Al novantesimo giorno di guerra, mentre la nuova offensiva russa si scatena sul Donbass, dove secondo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba è in atto “la battaglia più grande sul suolo europeo dalla Seconda guerra mondiale”, Kiev torna a fare la conta dei morti con le pile di cadaveri scoperte da Bucha a Mariupol.

Nella città martire passata interamente in mani russe dopo la caduta dell’acciaieria Azovstal, circa 200 cadaveri sono stati trovati tra le macerie di un rifugio durante lo smantellamento dei blocchi di un grattacielo, secondo quanto riferito da Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco legittimo. “Mariupol. Cimitero”, ha scritto lapidario su Telegram, raccontando che i corpi rinvenuti si trovavano da diverso tempo sommersi dai detriti, visto lo stato di decomposizione, mentre un gran numero di morti è stato stipato dai russi in un obitorio improvvisato vicino alla metropolitana.

L’elenco dei massacri si allunga anche nella regione di Kiev, dove secondo il capo del dipartimento della polizia regionale Andriy Nebytov sono più di 10 le fosse comuni scoperte finora, ben 8 delle quali a Bucha, dove c’erano anche le più grandi, con 40 e 57 corpi. In tutto, sono 418 i cadaveri rinvenuti nel sobborgo della capitale ucraina, più della metà di persone uccise da colpi d’arma da fuoco. “E purtroppo – ha chiosato – non si tratta di una cifra definitiva”.

Sul terreno la battaglia continua a infuriare nel Donbass, dove le forze russe si stanno concentrando sulla conquista dell’intera regione di Lugansk. Al centro dell’offensiva resta il centro strategico di Severodonetsk, assediato da tre direzioni. Per il governatore Serhiy Gaidai, è ormai troppo tardi per la fuga dei circa 15 mila civili bloccati. “A questo punto – ha detto – non dirò più: uscite, evacuate. Ora dirò: rimanete in un rifugio. Perché una tale densità di bombardamenti non ci permetterà di andare a prendere le persone”. Le forze nemiche, ha spiegato, hanno concentrato gli sforzi sull’operazione per accerchiare le città gemelle di Lysychansk e Severodonetsk, separate dal fiume Seversky Donets.

Una manovra a tenaglia per cercare di tagliare le linee di rifornimento ucraine, controllando le strade chiave per i collegamenti a ovest, mentre continuano i bombardamenti a tappetto, con almeno 7 civili uccisi e 10 feriti in 24 ore nell’area. “Ora – ha detto il portavoce del ministero della Difesa ucraino, Oleksandr Motuzyanyk – stiamo osservando la fase più attiva dell’aggressione su larga scala”.

La campagna russa prosegue anche nel resto del Paese, con nuovi raid sulle regioni di Mykolaiv e Dnipro. E una nuova offensiva, ha avvertito lo Stato maggiore di Kiev, è in preparazione su Vasylivka, nell’oblast di Zaporizhzhia, in direzione di Bakhmut, nel Donetsk, con l’obiettivo di estendere lo spessore della cintura meridionale nelle mani di Mosca.

Nelle zone già conquistate, la Russia cerca intanto di stringere la presa. A Mariupol, i genieri dell’esercito e gli specialisti della flotta del mar Nero hanno completato le operazioni di sminamento della fascia costiera e del porto, dove secondo la Difesa di Mosca sono stati trovati 12 mila esplosivi e armi.

Una bonifica che riguarda anche l’Azovstal, mentre il leader dei separatisti filorussi di Donetsk, Denis Pushilin, ha fatto sapere che le corti marziali per i combattenti ucraini fatti prigionieri dopo l’uscita dalla fabbrica-bunker sono in preparazione e che rappresentanti di diversi Paesi, compresi occidentali, saranno invitati ad assistere alle udienze. Una presenza destinata a consolidarsi ulteriormente anche a Kherson, dove il vicecapo della nuova amministrazione fedele al Cremlino, Kirill Stremousov, ha annunciato che chiederà a Mosca l’installazione di una base militare.

(di Cristoforo Spinella/ANSA).