Transizione ecologica, necessaria per il 92% di italiani

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TORINO. – Firenze è al primo posto in Italia per la transizione ecologica, seguita da Bologna e Torino. Fanalino di coda Napoli, Palermo, Catania. Sono i dati – presentati in anteprima – del nuovo Green&Blue Index realizzato con il Censis, indagine sulla conoscenza e le aspettative che gli italiani ripongono sul processo di transizione ecologica elaborate attraverso interviste e una nuova metrica esclusiva.

Il Rapporto completo sarà presentato il 5 e il 6 giugno ai Bagni Misteriosi Teatro Parenti di Milano, al primo grande festival di Green&Blue: due giorni di musica, incontri e laboratori didattici per diventare più sostenibili. Ad accesso gratuito, prenotazioni su www.eventignn.it fino a esaurimento posti.

L’indice prende in esame le 107 province/città metropolitane per identificare attraverso tre parametri principali – territorio, popolazione, investimenti delle imprese – lo stato di avanzamento del nostro Paese. Tra le province con più di 500mila abitanti spicca Bolzano, con alle spalle Trento e Brescia, in fondo le province di Lecce e Cosenza.

Le indagini evidenziano inoltre come la maggioranza degli italiani (61,5%), pur prevedendo per i prossimi anni una vera e propria accelerazione della transizione ecologica, ritiene che questo processo sia ancora troppo lento. Il 16,7% (che sale al 24,5% tra chi ha titoli di studi più bassi) è invece completamente pessimista. Non solo crede che non riusciremo a completare una vera e propria transizione ecologica, ma ritiene, inoltre, che proprio questa incapacità porterà conseguenze negative a tutta la popolazione.

Eppure la quasi totalità degli italiani (92,2%) è d’accordo nel ritenere necessari rapidi e drastici cambiamenti per affrontare l’emergenza climatica in corso negli ultimi anni attribuendo il principale dovere di guidare questo cambiamento alle istituzioni internazionali (per il 34% degli italiani), alle imprese che devono cambiare i processi produttivi (25,5%), ai cittadini nell’adottare cambiare gli stili di consumo (23,9%).

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