Guerra Ucraina: a Mariupol è allarme colera, si teme una catastrofe

Un fermo immagine tratto da Zveda mostra militari ucraini di Mariupol mentre si arrendono a militari russi. (ANSA)
Un fermo immagine tratto da Zveda mostra militari ucraini di Mariupol mentre si arrendono a militari russi. (ANSA)

ROMA. – Acque contaminate dai rifiuti, sepolture sommarie, scarse condizioni igieniche, temperatura in aumento: le malattie camminano sempre insieme con la guerra e ora l’allarme colera sembra essere diventato realtà a Mariupol, occupata dall’esercito russo.

“La città è sull’orlo di un’epidemia esplosiva di colera: sta letteralmente annegando nelle acque contaminate dai rifiuti e dalla decomposizione di sepolture improvvisate, aggravate dall’arrivo del caldo”, ha avvertito il vice sindaco fedele alle autorità di Kiev Sergei Orlovio, sottolineando che le forze di occupazione hanno messo la città in quarantena.

Secondo don Oleh Ladnyuk, salesiano di Dnipro (nell’Est del Paese), che conosce bene la situazione locale, “il rischio colera sembra essere circoscritto per ora alla città di Mariupol, dove pare che ci siano ancora molti cadaveri sotto gli edifici distrutti. Ma non possiamo confermare la notizia perché non ci sono informazioni sicure e documentate. Si è venuto a sapere che i russi hanno portato medicine specifiche ed hanno aperto a Rostov (in territorio russo) un ospedale per malattie infettive. Ma ufficialmente non si hanno notizie certe”, ha dichiarato all’Agenzia Sir, organo d’informazione della Conferenza episcopale italiana.

Secondo don Oleh, l’insorgere del colera si potrebbe verificare “nelle città completamente distrutte dove è impossibile recuperare i cadaveri, ma le città che sono state liberate dagli ucraini – assicura – sono state pulite”. L’allerta, insomma rimane alta per le città occupate dai russi, come nel caso di Mariupol.

Negli ultimi giorni nella città che si affaccia sul Mar d’Avov sono state registrate temperature tra i 25 e i 28 gradi, “fa caldo, secondo le stime pare che in città siano rimaste più di 120.000 persone. Mancano cibo e acqua potabile”, spiega il religioso.

Proprio nei giorni scorsi gli amministratori ucraini della città, legittimamente eletti ma ormai rifugiati in territori non occupati, hanno fatto sapere che a chi è rimasto in città le forze di occupazione distribuiscono acqua solo ogni due giorni. L’acqua va comunque bollita prima di essere usata e non sempre gli abitanti ne hanno la possibilità: “Per questo arriva il colera, perché l’acqua è contaminata”, dice don Oleh.

A lanciare l’allarme colera a Mariupol era stata anche la direttrice regionale per le emergenze dell’Organizzazione mondiale della Sanità Dorit Nitsan, spiegando che informazioni provenienti da organizzazioni non governative affermavano che le acque reflue sono mescolate con l’acqua potabile.

“Ci stiamo preparando con una campagna di vaccinazione”, ha detto. Il colera è un’infezione diarroica acuta causata dal batterio Vibrio cholerae, la trasmissione avviene per contatto orale, diretto o indiretto, con feci o alimenti contaminati e nei casi più gravi può portare a pericolosi fenomeni di disidratazione, anche letali.