Guerra Ucraina: mille prigionieri dell’Azovstal trasferiti in Russia

Soldati ucraini dopo la firma della tregua
Soldati ucraini dopo la firma della tregua EPA/ANATOLY MALTSEV

ROMA. – L’ora della verità si avvicina per i militari ucraini che hanno difeso fino all’ultimo Mariupol sotto i tunnel dell’Azovstal. Oltre mille, tra i soldati ed “i mercenari stranieri” che alla fine si sono arresi, sono stati trasferiti in Russia per essere interrogati: potrebbero essere scambiati con prigionieri in mano a Kiev, oppure essere condannati per crimini di guerra, rischiando fino alla pena di morte. Non è chiaro se tra loro ci siano i membri del Battaglione Azov, considerati da Mosca il nemico numero uno, simbolo di quell’Ucraina da “denazificare”.

Lo scorso 20 maggio quasi 2.500 combattenti ucraini si erano consegnati al nemico dopo quasi tre mesi di resistenza nell’acciaieria della città martire. Oltre un migliaio, adesso, sono stati trasferiti in Russia per “indagini”, ha spiegato una fonte di sicurezza di Mosca, aggiungendo che “le forze dell’ordine stanno lavorando con loro”. Circa un centinaio, inclusi “mercenari stranieri”, si trovano nella capitale, altri arriveranno in seguito. La loro sorte è appesa un filo.

La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, in un briefing con la stampa, ha affermato che le forze ucraine continuano a bombardare gli insediamenti del Donbass controllati dai filo-russi, colpendo anche abitazioni, e usano i civili come scudi umani. “Tutti questi crimini di guerra – ha avvertito – saranno scrupolosamente indagati e i responsabili puniti”. E proprio i soldati barricati nell’Azovstal sono stati ripetutamente accusati da Mosca di impedire l’evacuazione dei civili dai tunnel per proteggersi.

Un’altra strada, seguita sotto traccia dalle due parti in conflitto, è quella dello scambio di prigionieri, come è già accaduto in diverse occasioni durante la guerra. E’ questa la speranza a cui si aggrappano i difensori di Mariupol. A partire dai miliziani di Azov, gli irriducibili di Mariupol, considerati da Mosca un “battaglione nazista”. I separatisti vorrebbero portarli tutti davanti a tribunali speciali. Nella peggiore delle ipotesi rischiano la pena di morte. Come i due mercenari britannici già sotto processo per aver combattuto nel Donbass al fianco di Kiev.

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