Draghi vola da Macron. Asse sull’energia, nodo Kiev in Ue

Il presidente del Consiglio Mario Draghi con il Presidente francese Emmanuel Macron in una foto d'archivio.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi con il Presidente francese Emmanuel Macron in una foto d'archivio. (Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio)

PARIGI. – L’asse sull’energia, su cui c’è sintonia piena, per emanciparsi dal gas russo e dare una risposta economica comune alla crisi, è il primo punto in agenda. E poi la difesa comune da costruire con attenzione. Ma alla fine della cena all’Eliseo sarà inevitabile per Mario Draghi ed Emmanuel Macron affrontare anche la questione più spinosa, quella dell’ingresso dell’Ucraina in Ue, che sarà al centro del Consiglio europeo di fine mese.

Il premier italiano vola a Parigi dopo aver firmato i primi progetti bandiera del Pnrr con le Regioni, e domani aprirà la ministeriale Ocse presieduta dall’Italia. Ma l’appuntamento più importante è quello con il presidente francese, con cui prepara una agenda il più possibile condivisa in vista dei prossimi vertici della Ue, del G7 e della Nato.

I due hanno contatti continui, Draghi è stato tra i primi a complimentarsi per la rielezione di Macron, che ora incontra faccia a faccia all’Eliseo mentre ancora non si vedono spiragli per quella pace in Ucraina che evoca in ogni sede. Anche la prima mediazione turca sul grano, per ora, non dà i risultati sperati.

Ma la sicurezza alimentare rimane cruciale, ripeterà il premier dopo avere tra i primi cercato di creare uno spazio diplomatico per lo sblocco dei porti nel Mar Nero, e resta un primo terreno di dialogo su cui cercare di sviluppare, poi, una concreta trattativa sulla fine del conflitto.

Se il sostegno a Kiev non è in discussione, però, quella necessità secondo Macron di “non umiliare la Russia” che tanto ha innervosito Volodymyr Zelensky, allontana la postura francese da quella italiana. Posizione che Draghi ha mantenuto saldamente atlantista, nonostante i malumori di una parte della sua maggioranza.

Ma la vera distanza tra Italia e Francia si registra sulla risposta da dare alla richiesta ucraina di ingresso in Ue. Draghi fin da subito ha schierato l’Italia a favore dell’allargamento (anche alla Georgia, come ha avuto modo di confermare alla presidente Solomè Zourabichvili): siamo in una fase nuova e nuovi ingressi sono anche uno strumento di autotutela per l’Unione, è il ragionamento che il capo del governo presenterà all’Eliseo. Con Macron che invece sponsorizza la creazione di una “comunità politica” con cui si potrebbe dare anche una prima risposta ai Paesi dei Balcani occidentali, candidati da anni.

Per l’ingresso rapido di Kiev continua a spingere anche il Parlamento europeo: “il suo posto è in Europa” ha ribadito la presidente del Pe Roberta Metsola insieme al presidente del parlamento ucraino (Rada). “Il nostro popolo sta combattendo per i valori europei” e si aspetta “un forte sì” il 24 giugno, le ha fatto eco Ruslan Stefanchuk.

La cena, fa sapere Palazzo Chigi, è comunque anche l’occasione per proseguire con il dialogo rafforzato sancito dal Trattato del Quirinale e per affrontare i dossier Libia e migranti oltre ai seguiti della Conferenza sul futuro dell’Europa che ha visto Draghi sulla stessa linea di Macron a chiedere ai 27 di avere “coraggio” e di superare il voto all’unanimità.

(di Silvia Gasparetto e Tullio Giannotti/ANSA)