I 100 anni di Margherita Hack, ha avvicinato le stelle

Margherita Hack in una foto d'archivio.
Margherita Hack in una foto d'archivio.

MILANO. – Ci voleva la sua capacità di comunicare la scienza, in questi tempi difficili di pandemia. E pure la sua sagacia, per interpretare la crisi internazionale che sta facendo sgretolare perfino la collaborazione nello spazio. Insomma, ci voleva Margherita Hack, l’astrofisica ‘amica delle stelle’, che il 12 giugno avrebbe compiuto 100 anni.

Grande scienziata, divulgatrice, strenua sostenitrice dei diritti civili e della laicità dello Stato, in questi giorni viene ricordata con una staffetta di eventi e perfino una statua a Milano, la prima dedicata a una scienziata sul suolo pubblico in Italia. Un primato che Margherita Hack avrebbe probabilmente commentato con una delle sue battute ironiche e taglienti da vera toscana Doc quale era: lei, che era nata per ironia della sorte vicino a Via delle Cento Stelle a Firenze, nel quartiere Campo di Marte.

Prima donna italiana a dirigere un osservatorio astronomico (quello di Trieste, dal 1964 al 1987), durante la Seconda Guerra Mondiale aveva mosso i primi passi da astrofisica all’Osservatorio di Arcetri, sulla stessa collina dove trascorse gli ultimi anni della sua vita Galileo Galilei.

Da lì per Margherita Hack è cominciata una carriera brillante quanto gli astri che ha studiato per anni ricoprendo prestigiosi incarichi anche all’estero. A nove anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 29 giugno 2013, resta indelebile il segno che ha lasciato come astronoma e divulgatrice. “Nel suo campo indagine, la spettroscopia, ha condotto studi molto interessanti, dando un contributo importante”, ha detto all’ANSA il presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Marco Tavani.

“È stata anche molto coinvolta nella gestione della scienza, come prima direttrice donna dell’Osservatorio di Trieste e poi si è occupata che di altre branche dell’astronomia. Ha sempre favorito questa disciplina anche in tempi non facili, considerando che all’epoca gli osservatori erano enti indipendenti, e ha sempre lavorato per inserire quello di Trieste nelle iniziative nazionali”.

Accanto a questo ruolo di gestione scientifica, “Margherita Hack ha svolto un enorme lavoro di comunicazione: riusciva a bucare lo schermo con il suo modo peculiare di esprimersi e nello stesso tempo – osserva Tavani – era sempre attenta e rigorosa nei contenuti. La sua era una divulgazione fatta con parole semplici, ma corretta dal punto di vista scientifico: è un rigore che ha sempre avuto, non ha semplificato troppo ma si è fatta capire da tutti”.

Di sicuro il suo modo di fare “ha cambiato qualcosa: senza di lei la divulgazione dell’astronomia sarebbe stata diversa”. Anche per questo l’Inaf ha deciso di ricordarla a cento anni dalla sua nascita con una serie di eventi, che protrarranno i festeggiamenti fino a lunedì 13 giugno. A Trieste si potrà assistere a diversi spettacoli e visitare la Specola Margerita Hack, riaperta dopo due anni di chiusura per Covid.

Il 10 giugno si terrà una conferenza nell’ambito del Festival di Astronomia di Castellaro Lagusello (Mantova), mentre l’11 e il 12 giugno a Firenze ci saranno due giornate di conferenze organizzate dalla sede Inaf di Arcetri con il Museo Galileo, l’Università di Firenze e il Comune di Firenze. Il 12 giugno, a Bologna, sarà presentato il progetto video ‘Le mille vite di Margherita Hack’, organizzato da Sofos Aps, e infine il 13 giugno, a Milano, sarà inaugurata la scultura dedicata all’astronoma, donata da Fondazione Deloitte al Comune.

(di Elisa Buson/ANSA)

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