Liti banali o violenze famiglia, venti parricidi dal 2019

Una 'gazzella' del Nucleo radiomobile dei Carabinieri.
Una 'gazzella' del Nucleo radiomobile dei Carabinieri. (foto Ufficio Stampa Carabinieri)

ROMA. – Dal 2019 si sono verificati almeno una ventina i casi di parricidio in Italia, quasi sempre da parte di figli maschi, tra i 14 e i 51 anni: in molti casi chi ha ucciso – nella maggior parte degli episodi con un coltello – era affetto da gravi problemi psichici, in altri invece si è trattato di situazioni arrivate al culmine di ripetute violenze che avvenivano in famiglia. Solo in un caso ad uccidere il padre è stata la figlia, in un contesto di maltrattamenti subiti: nel 2019 a Monterotondo, vicino a Roma, una 19enne accoltellò e uccise il padre uccidendolo mentre, ubriaco, stava aggredendo lei, sua madre e sua nonna.

Oltre a quello avvenuto ieri a Sesto San Giovanni, tra i più recenti episodi di parricidio c’è quello verificatosi nel settembre 2021, quando a Trieste un giovane di 25 anni accoltellò a morte il padre, di 55, dopo una serie di litigi e di piccoli gesti di violenza che da tempo maturavano nella famiglia. Un paio di mesi prima, nel luglio 2021, a Mantova un 51enne, tornato a vivere col padre 75enne dopo aver perso il lavoro, lo uccise mentre litigavano per il volume alto del televisore: lo colpì più volte con un coltello al petto.

A Ceretolo di Casalecchio (Bologna), nell’aprile 2021, un 19enne si costituì dopo aver avvelenato la pasta servita al patrigno, che morì, e alla madre, la quale invece riuscì a salvarsi. A febbraio 2021, in una piccola città vicino a Rovigo, un 30enne uccise il padre – 57 anni – a martellate durante un litigio. Qualche giorno prima un 17enne ferì a morte con un machete il padre 46enne in un campo rom a Rovigo, poi fuggì e fu infine rintracciato.

Nello stesso mese un 23enne, non accettando la nuova convivenza in casa con la compagna del padre, di 59 anni, lo uccise con 23 coltellate mentre dormiva nel suo letto, accanto alla donna che aveva ‘sostituito’ sua madre. Nel 2020, ad agosto, a Genova due ragazzi di 30 e 22 anni uccisero il padre con un mattarello: la vittima era imputata in un processo per maltrattamenti in famiglia e voleva convincere uno dei figli a cambiare la testimonianza in suo favore.

A giugno del 2020 a Brittoli (Pescara) un 47enne, intervenendo in difesa della madre mentre la donna litigava con il padre 74enne, uccise quest’ultimo colpendolo con una sedia. Nell’agosto 2019, a piazza Armerina (Enna), un 30enne con problemi psichici uccise il padre 53enne ferendolo alla gola con un coltello in una macelleria. Nel gennaio 2019 in provincia di Ravenna, un ragazzino di 14 anni con problemi psichici accoltellò il padre mentre giocavano.