Giornata del Vento, ma in Italia l’eolico è fermo

Pale eoliche su un cielo azzurro
Pale eoliche su un cielo azzurro

ROMA.  – Si è celebrata la Giornata mondiale del Vento, dedicata all’energia eolica. Ma in Italia c’è ben poco da festeggiare per questa fonte rinnovabile.

L’anno scorso sono stati installati solo 0,3 gigawatt di nuova potenza. Una miseria, paragonati ai 2,6 del Regno Unito o all’1,7 della Germania. Abbiamo installato tanta potenza eolica quanto la Grecia, e abbiamo fatto peggio di tutti i grandi paesi europei.

Per fortuna, sul fronte ambientale arriva una buona noticia da Bruxelles. I principali gruppi politici dell’Europarlamento hanno trovato un compromesso che dovrebbe spianare la strada all’approvazione della riforma dell’Ets, il sistema di tassazione delle emissioni di carbonio, nella plenaria del 22 e 23 giugno.

I dati della Wwea, l’Associazione mondiale dell’energia eolica, sono impietosi. L’Italia nel 2021 ha installato appena 0,3 gigawatt di nuova potenza eolica, passando dai 10,8 gigawatt del 2020 a 11,1 GW complessivi. In Europa, il Regno Unito nel 2021 ha aggiunto 2,6 GW di nuova potenza eolica (26,8 GW complessivi), la Svezia 2,2 GW (12,1 GW), la Turchia 1,8 GW (11,1 GW), la Germania 1,7 GW (64 GW), la Francia 1,1 GW (19 GW), la Danimarca 0,9 GW (7,1 GW), la Spagna 0,7 GW (28,1 GW).

La Grecia ha installato tanta nuova potenza eolica quanto l’Italia, 0,3 GW, arrivando a 4,4 GW complessivi.

Proprio oggi, il governo tedesco ha dato il via libera a un pacchetto che prevede un serio rafforzamento del settore. Entro il 2026, l’1,4% del territorio federale dovrà essere disponibile per le pale, ed entro il 2032 la quota dovrà salire al 2%.

Nel nostro paese invece, ci vogliono 5 o 6 anni per avere l’autorizzazione per costruire una centrale eolica. Colpa di procedure autorizzative farraginose, di uffici pubblici inefficienti, di enti locali e comitati di cittadini che fanno opposizione. Ma secondo l’Anev, l’associazione delle imprese del settore, la colpa è soprattutto delle Soprintendenze del Ministero della Cultura, che bocciano sistematicamente gli impianti, con la motivazione che rovinano il paesaggio.

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, di recente ha semplificato le procedure autorizzative, per renderle più rapide. “Ma se accorci i tempi dei pareri, e poi le Soprintendenze non danno le autorizzazioni, non serve a niente”, commenta il presidente dell’Anev, Simone Togni. Per superare il veto del MiC, è possibile far approvare direttamente il progetto dalla Presidenza del Consiglio. Sei impianti sono stati sbloccati così quest’anno. Ma secondo Togni “a Palazzo Chigi ci sono fermi altri 4-5 GW di nuova potenza”.

Nonostante la situazione deprimente, l’Anev prova a riderci su. In occasione della Giornata del Vento, ha diffuso un video del duo comico Le Coliche. I fratelli Claudio e Fabrizio Colica interpretano due politici beceri, che per risolvere la crisi energetica propongono un ritorno a gas e carbone. Ma ecco che interviene il politico illuminato, l’attore Riccardo Cotumaccio, che spiega che la soluzione è l’eolico, e lancia lo slogan “Non c’è vento da perdere”.

La ong ambientalista Legambiente per la Giornata ha proposto invece una guida turistica ai 18 parchi eolici italiani. Un modo per mostrare agli italiani come questi impianti si sposino bene con il paesaggio, e come non abbiano senso le battaglie nimby contro le pale eoliche.

(di Stefano Secondino/ANSA).