Decalogo Spallanzani per anticipare le mosse del Covid

Un medico con il camice durante la presentazione dell'avvio della sperimentazione del primo vaccino anti Covid-19 sull'essere umano presso l'IRCCS Lazzaro Spallanzani
Un medico con il camice durante la presentazione dell'avvio della sperimentazione del primo vaccino anti Covid-19 sull'essere umano presso l'IRCCS Lazzaro Spallanzani, Roma, 24 agosto 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Un decalogo da seguire per “anticipare” le mosse del Covid in vista anche dell’autunno. E’ quanto delinea il direttore dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia che definisce “ottima” la notizia di un possibile aggiornamento del vaccino aggiungendo che un “virus endemico non deve spaventare”.

Vaia individua dieci punti da seguire nei prossimi mesi partendo dalla certezza che “il virus responsabile del Covid è ormai con noi e almeno per adesso non ci lascerà ma a un eventuale aumento dei casi non deve allarmare”. Le varianti “non devono spaventarci: vanno individuate, isolate e studiate, occorre avere al più presto vaccini anti-Covid e terapie antivirali e monoclonali aggiornati alle varianti”.

Per il direttore generale dell’Istituto “non si può più perdere tempo ma da subito e finalmente si deve programmare un piano d’azione per l’autunno. Facciamo come le formichine operose e non sprechiamo tempo”, aggiunge Vaia secondo cui “il piano d’azione deve mettere in sicurezza innanzitutto le scuole, i trasporti e i luoghi della socialità. Ogni scuola deve essere dotata di impianti di ventilazione meccanica moderni, così come teatri e cinema”.

Alla luce del grande lavoro fatto in questi anni nella lotta alla Pandemia “oggi abbiamo armi efficaci contro la malattia, dai monoclonali agli antivirali. Sappiamo contrastarla”. Per Vaia “la chiave per convivere con il virus è prevenire, prevenire e prevenire. Anticipare è la strada giusta basta interventi tampone, pur giusti e utili ma servono interventi strutturali e di sistema”.

Secondo il dg, nel punto 8 del decalogo, “la sanità non potrà mai da sola risolvere problematiche che ormai richiedono una visione sindemica e interventi multidisciplinari che investono diverse responsabilità e poteri, da quelli centrali ai governi regionali e cittadini. La scienza, le istituzioni e la politica siano unite, serve una visione universale della lotta alle infezioni emergenti e riemergenti”.

In primo luogo “serve un impegno maggiore per vaccinare i Paesi poveri, non possiamo lasciarli soli nella lotta al Covid. L’invito pressante del Papa è anche il nostro invito e sia il nostro impegno”. Questa la road map da seguire secondo il direttore generale. “L’Italia ha dimostrato di potercela fare – conclude – i cittadini italiani sono stati esemplari e il nostro sistema ha retto. Dobbiamo essere ottimisti e razionali e dare fiducia e forza al Paese. Concordo appieno con il direttore della Prevenzione Gianni Rezza, il virus è endemico e non deve spaventare”.