Benzina: pressing su Governo proroga sconto accise

Un cartello dei prezzo del carburante praticato in un distributore di Milano, Archivio. (ANSA)

ROMA.  – Governo sotto pressione per frenare i rialzi record dei carburanti dopo che anche il gasolio in modalità self ha sfondato la soglia psicologica dei 2 euro al litro, facendo così il paio con la benzina che ormai da settimane viaggia sopra questo livello di guardia.

A questo punto, con l’estate alle porte e per dare ossigeno a famiglie e imprese, è probabile che ci possa essere da parte del governo un nuovo intervento sulle accise, considerando che l’attuale taglio finisce l’8 luglio prossimo. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha riferito di aver avuto “la conferma” che lo “sconto” benzina “verrà rinnovato per tutta l’estate”.

“Ho chiesto a Franco (Daniele, ministro Economia ndr) di trovare le risorse e lui mi ha risposto che servono 4-5 miliardi”, ha detto. Risorse che vanno dunque trovate. Nei giorni scorsi la sottosegretaria all’economia, Maria Cecilia Guerra, ha spiegato che l’aumento dei prezzi dei carburanti “fa anche aumentare il gettito dell’Iva che non vogliamo mettere nelle casse dello Stato, ma lo utilizziamo per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo”.

Alle pompe il prezzo medio nazionale del diesel self è schizzato a 2,006 euro al litro, con le compagnie tra 2,004 e 2,011 euro (no logo 1,994) mentre la benzina self è a 2,069 euro al litro con i diversi marchi compresi tra 2,060 e 2,084 euro (no logo 2,051). Appena un mese fa il gasolio in versione self viaggiava sugli 1,835 euro al litro mentre la benzina self sugli 1,83 euro.

Inferocite le Associazioni dei consumatori. La stangata per una famiglia che effettua due pieni al mese di circa 50 litri è di “384 euro in più all’anno”, secondo Federconsumatori, spiegando che i rincari fanno “lievitare a dismisura i prezzi dei beni di largo consumo”, trasportati per oltre l’86% su gomma.

L’Unione Nazionale Consumatori fa poi notare che il prezzo del gasolio è più alto del 16,5% rispetto a quando è scoppiata la guerra in Ucraina il 24 febbraio scorso mentre da inizio anno è “aumentato del 26,5%, oltre 42 centesimi al litro, 21 euro e 3 cent a rifornimento, equivalenti a 505 euro annui”, proponendo quindi di “tornare ai prezzi amministrati fino a che non sarà finita questa pazzia”.

E il Codacons prepara “una nuova azione legale” a tutela di cittadini e automobilisti, sottolineando che i listini crescono non solo per l’andamento del petrolio, ma anche e soprattutto a causa di “una speculazione lampante”.

Intanto Assotir chiede al governo di “erogare immediatamente” i crediti di imposta alle imprese degli autotrasporti, dopo lo sblocco del fondo da 500 milioni creato per fronteggiare il caro gasolio.

“Lo sblocco di queste risorse è un fatto positivo ma la tempestività è un fattore determinante perché un intervento sia efficace”, ha puntualizzato la presidente nazionale di Assotir, Anna Vita Manigrasso. L’Associazione chiede anche all’esecutivo di rifinanziare il fondo per sostenere anche nella seconda parte dell’anno le imprese dei trasporti che inquinano meno.

(di Alfonso Abagnale/ANSA).

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