Allarme siccità, le Regioni chiedono aiuto al Governo

Fiumi e torrenti in secca a causa della prolungata siccità nell'hinterland torinese
Fiumi e torrenti in secca a causa della prolungata siccità nell'hinterland torinese (Chivasso, Moncalieri, La Loggia), 17 giugno 2022. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

BOLOGNA. – Di fronte a una terra sempre più arsa, dopo una primavera che Coldiretti registra come la sesta più calda di sempre sul pianeta a livello climatico, il Po mai così in secca e le previsioni che annunciano ancora lunghe giornate senza piogge, le Regioni chiedono aiuto al governo invocando un intervento il più rapidamente possibile per fronteggiare l’emergenza.

A muoversi per primi sono stati i governatori del Nord: il Veneto già nelle settimane scorse aveva chiesto lo stato d’emergenza, ottenendo però un no da parte del governo; poi si sono mosse la Lombardia e il Piemonte. E infatti nelle regioni settentrionali, dice ancora la Coldiretti, che le precipitazioni primaverili si sono più che dimezzate, con il territorio a boccheggiare, stremato da temperature a dir poco inusuali.

Ma la situazione è difficile anche il centro-sud, con l’Autorità di bacino del Tevere che lamenta di avere lanciato l’allarme siccità già da diversi mesi e invita a muoversi con la massima celerità per non dover inseguire le emergenze.

La prima data utile per fare il punto della situazione tra tutti i governatori e far sentire la propria voce al governo è mercoledì. “Ci sarà la Conferenza delle Regioni – ha ribadito sui suoi canali social il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – ed è lì che dobbiamo porre il tema, per chiedere al Governo un intervento immediato e un riguardo particolare per tutto il bacino del Po”.

La secca del ‘Grande fiume’ è infatti un problema serio, visto che sulle sue acque poggia l’intera spina dorsale del patrimonio agricolo e agroalimentare della ‘food valley’ italiana. Bonaccini ha inoltre annunciato che anche l’Emilia-Romagna sta preparando la richiesta di stato di emergenza, come hanno già fatto le altre regioni.

Il tema, confermano fonti vicine al presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga, è effettivamente sul tavolo e mercoledì si cercherà di trovare una posizione comune. Lo stesso Fedriga, tra l’altro, sta preparando la dichiarazione di stato di emergenza locale e un decreto specifico sulla criticità idrica che coinvolgerà i settori dell’agricoltura e poi gli usi civili e domestici per contenere il consumo di acqua.

In attesa di capire la proposta delle Regioni, il Piemonte fa un passo avanti. L’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati annuncia che la Regione “chiederà il livello massimo di allerta, quello rosso” in modo da “permettere al Governo di intervenire con i mezzi della protezione civile o per decidere gli utilizzi delle acque”.

La Liguria, che ha riunito all’inizio della scorsa settimana l’Osservatorio dei Corpi Idrici, deciderà invece “nei prossimi giorni” proprio sulla scorta delle analisi che arriveranno dall’Osservatorio. Bisogna capire, hanno spiegato il governatore, Giovanni Toti e l’assessore alla protezione civile Giacomo Giampedrone, “quali misure di indirizzo intraprendere e quindi trasmettere ai Comuni e agli Enti gestori Ato provinciali”.

Ma l’emergenza non riguarda solo la pianura Padana. “Noi l’allarme siccità l’abbiamo lanciato tre, quattro mesi fa” dice il segretario generale dell’Autorità di bacino del Tevere, Erasmo De Angelis sottolineando che era stato anche segnalato “l’arrivo di ondate di calore che non vedevamo da tantissimo tempo”. “Non possiamo più inseguire le emergenze – aggiunge – l’acqua deve essere al centro dell’attenzione pubblica e degli investimenti, deve rientrare nei bilanci dello Stato: il tema quindi è fare prevenzione nei tempi di pace”.

(di Gianluca Angelini/ANSA)