“Pasolini. Ipotesi di Raffigurazione”, nove artisti dialogano attraverso i loro scatti

MADRID – È stata inaugurata nei giorni scorsi, presso la sede dell’Istituto Italiano di Cultura, la mostra fotografica “Pasolini. Ipotesi di raffigurazione”. Si tratta di un progetto assai originale volto a far dialogare attraverso il loro obiettivo, artisti italiani e spagnoli. Il punto di riferimento e di partenza è la figura, polemica, contradditoria e critica di Pier Paolo Pasolini.

Organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e l’Ambasciata d’Italia, la mostra, che coincide con PhotoEspaña 2022, rientra nell’ambito delle iniziative con le quali si celebra il centenario della nascita dell’intellettuale italiano ancora oggi capace di incidere  sul nostro mondo culturale.

In tre sale dell’Istituto, che dirige Marialuisa Pappalardo, si raffrontano tematiche, tecniche e sensibilità diverse che ci parlano di sopraluoghi, di autoritratti, del fascismo eterno, delle terre di mezzo e soprattutto delle periferie. Sono argomenti pasoliniani che Jordi Barreras, Elisabetta Benassi, Jacopo Benassi, Marco Delogu, Jorge Fuembuena, Alberto García-Alix, Pino Musi, Sabrina Rigucci e Giovanna Silva, nove artisti contemporanei che si esprimono attraverso le immagini, cercano di interpretare con i loro “scatti”. È un percorso costruito con razionale sensibilità in cui trovano spazio anche immagini di archivio che illustrano l’hinterland romano, i quartieri di cui Pasolini ci parla nelle sue opere.

Contrasta il “bianco e nero” delle fotografie scattate nel 1951 da Plinio De Martiis, che mostrano la miseria delle baracche del sottoproletariato che circondava la Farnesina, progettata come simbolo della grandezza fascista e destinata ad essere la sede del Partito Nazionale Fascista, con le foto a colore dell’artista spagnolo Jordi Barreras che mostrano schegge dei quartieri operai di Madrid e Barcellona.

Nel percorso elaborato da Marco Delogu, con la collaborazione di Andrea Cortellessa e Silvia De Laude, trovano un loro spazio naturale le immagini dell’archivio di Giuseppe Garrera che ci mostrano Pasolini nella sua quotidianità. È Delogu che mostra, con una suggestiva interpretazione personale, “Biondo Tevere”, il ristorante di Via Ostiense dove Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Pelosi cenarono la sera del 1º novembre del 1975. Fu l’ultima volta che Pasolini fu visto con vita.

La mostra resterà a Madrid fino al 10 settembre. Poi si trasferirà ad altre città della Spagna.

Redazione Madrid

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