Nessuna intesa sul price cap, pressing Roma al summit Ue

Una riunione del Consiglio Europeo.

BRUXELLES.  – L’inflazione alle stelle, l’arma del gas brandita dal Cremlino e il grande rebus del price cap: al di là del trionfalistico via libera alla candidatura di Ucraina e Moldavia è tutta sull’energia che si giocherà la partita dell’ultimo vertice Ue prima dell’estate domani e venerdì.

Ed è una partita che vedrà, ancora una volta, l’Italia protagonista. Sul tetto ai prezzi del gas continua a mancare il consenso dei 27 e la proposta della Commissione, all’orizzonte, ancora non c’è. Per Mario Draghi la misura resta una priorità europea ed ha anche una sua valenza politica, quella di una contro-sanzione alla Russia che sta via via chiudendo i rubinetti all’Europa. Sul riferimento al price cap nelle conclusioni del Consiglio europeo si tratterà fino all’ultimo.

Di certo, dal summit non uscirà alcuna decisione operativa. La giornata sulla quale aleggia tempesta è quella di venerdì, quando si succederanno prima l’eurosummit e poi la sessione del vertice europeo dedicata ai temi economici. La discussione, da più fonti europee, viene anticipata come “seria” o “intensa”, termini che a Bruxelles sono solitamente utilizzati per descrivere uno scontro. La presidente della Bce, Christine Lagarde, illustrerà ai leader dell’eurozona le basi del nuovo scudo anti-frammentazione. Ma non tutti applaudiranno e i falchi del Nord ribadiranno il loro scetticismo verso il nuovo intervento dell’Eurotower. Nelle conclusioni dell’eurosummit c’è un chiaro riferimento all’inflazione: verrà sottolineato come sia in gran parte la guerra in Ucraina e il caro prezzi dell’energia ad averla causata. Qualche capitale, spiegano fonti diplomatiche europee, vedeva in questo passaggio anche un riferimento indiretto al price cap. Una soluzione che però all’Italia non è bastata.

La trattativa sul paragrafo “Economic issue” della bozza di conclusioni è così ripartita. Nel testo ci sarà un riferimento “all’utilizzo come arma” da parte di Mosca di gas e petrolio e si negozia su quello al price cap, e in particolare alle conclusioni del vertice del 30 e 31 maggio scorso, quando il Consiglio invitava la Commissione ad esplorare le opzioni per calmierare i prezzi dell’energia, incluso un price cap temporaneo. L’Italia sta aumentando il suo pressing affinché la Commissione elabori la proposta il prima possibile.

E non si esclude che Roma presenti un non-paper (una sua posizione scritta) al Consiglio Affari Energia della prossima settimana. Fonti europee spiegano tuttavia che una decisione operativa “arriverà solo tra settembre e ottobre” e sottolineano come, per una parte degli Stati membri, con i tagli al gas attuati da Mosca il price cap “potrebbe peggiorare la situazione”.

La tesi dell’Italia va in direzione opposta: il progressivo stop alle forniture di Mosca vanifica il timore che, con il tetto ai prezzi, la Russa possa chiudere i rubinetti. Una tesi che trova conferma nelle parole del capo dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea): l’Ue deve essere “pronta nel caso in cui il gas russo sia completamente tagliato fuori”, ha avvertito Fatih Birol. Il vertice europeo è chiamato a fornire le prime risposte. Sul tetto ai prezzi del gas russo, cruciale ovviamente sarà la posizione della Germania, che resta sostanzialmente contraria ma più aperta al confronto rispetto a qualche settimana fa.

Domani, invece, l’Ue concederà lo status di candidato a Ucraina e Moldavia. A Georgia e Bosnia sarà data una chiara prospettiva europea ma per lo status Bruxelles chiederà un passo in più. L’allargamento, da un punto di vista politico, tornerà comunque ad essere protagonista dopo l’incrocio di veti che negli ultimi anni ha segnato il tema. E anche per l’apertura dei negoziati di adesione di Albania e Georgia, a Bruxelles assicurano che si tratta solo di una questione di giorni.

Il veto bulgaro, è l’assicurazione fornita da Sofia, dovrebbe cadere al di là della nuova crisi di governo in atto. “Ancora una volta questo è il momento dell’Europa”, ha esultato Ursula von der Leyen. Un’Europa che ribadirà il sostegno finanziario, umanitario e militare a Kiev “finché sarà necessario”.

(di Michele Esposito/ANSA).

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