Guerra all’inflazione, i banchieri centrali a Sintra

Christine Lagarde parla dal podio in una conferenza.
Christine Lagarde. (ANSA/AP Photo/Jose Luis Magana)

ROMA. – É un evento annuale, ma il tempismo stavolta non poteva essere dei migliori: il forum di Sintra, in Portogallo, riunirà fino a mercoledì banchieri centrali ed economisti, con la presidente della Bce Christine Lagarde ad aprire e guidare i lavori su cui sono puntati i riflettori di governi, mercati e investitori.

Questo nonostante nell’agenda economica quello in terra portoghese sia considerato un appuntamento informale. Ma dopo il terremoto scatenato due settimane fa dall’annuncio del rialzo dei tassi a luglio, placato dopo qualche giorno dal nuovo annuncio che la Bce lavora ad uno strumento anti-frammentazione, l’attenzione sulle prossime mosse di Francoforte è altissima.

Il 21 luglio è la data cerchiata in rosso sul calendario dell’Eurozona: i tassi risaliranno per la prima volta dopo oltre dieci anni, di 25 punti base, e per allora la nuova arma dovrà essere messa a punto. Fino ad oggi non se ne conosce alcun dettaglio, ma solo l’obiettivo: evitare che la stretta di politica monetaria mandi in frantumi l’equilibrio della zona euro, ampliando gli spread e mettendo a rischio le economie più deboli e più facilmente aggredibili sui mercati come quella italiana.

Per questo l’attesa è che dalla tre giorni di confronti in Portogallo arrivino indicazioni o segnali rassicuranti in vista del giorno più lungo per l’economia europea.

La presidente Lagarde aprirà i lavori e li chiuderà mercoledì dopo un confronto con il presidente della Fed Jerome Powell. Tra i temi in agenda l’economia post-pandemia, le valute digitali e la volatilità dei prezzi energetici. Proprio quelli che continuano a spingere l’inflazione al rialzo e che hanno portato l’agenzia di rating Standard & Poor’s a tagliare le stime di crescita per l’economia dell’Eurozona al 2,6% quest’anno e all’1,9% per il prossimo (rispetto al 2,7% e 2,2%, rispettivamente, nelle previsioni provvisorie di maggio).

C’è un “rafforzamento dei venti contrari”, secondo S&P, e le pressioni inflazionistiche sono il principale fattore alla base di questa revisione al ribasso. Il Pil è a rischio perché “i consumatori iniziano ad avvertire la compressione del loro potere d’acquisto”, e la situazione potrebbe peggiorare con uno stop delle forniture di gas che costringerebbe alla stop alcune aziende.

Ma il Tesoro rassicura: l’economia italiana ha ripreso slancio dopo una partenza lenta a gennaio, e sebbene la seconda metà dell’anno si presenta più impegnativa, anche per via della salita dei tassi di interesse e dello spread, la crescita trimestrale del PIL dovrebbe rimanere “lievemente positiva”.

(di Chiara De Felice/ANSA).

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