Il G7 al fianco di Kiev. “Passi avanti sul grano”

Un agricoltore ucraino con il suo trattore vicino a Lviv, Ucraina.
Un agricoltore ucraino con il suo trattore vicino a Lviv, Ucraina. EPA/MYKOLA TYS

ELMAU.  – L’Ucraina deve essere libera di “decidere del suo futuro” e il G7 garantirà sostegno “fino a quando ne avrà bisogno”. È quello che viene messo nero su bianco nel comunicato del vertice del castello di Elmau, che viene scosso dalla notizia del bombardamento russo del centro commerciale di Kremenchuk.

Lo sgomento è grande, e i sette capi di Stato e di governo ribadiscono poche ore dopo l’impegno a sostenere ogni sforzo per aiutare gli ucraini “a mantenere l’integrità territoriale e la sovranità” del loro Paese, denunciando ancora una volta “la brutalità” dell’ingiustificabile attacco russo e il tentativo di violare le frontiere con la violenza.

Il documento è stato diffuso dopo l’intervento di Volodymyr  Zelensky, che oggi si è collegato per due ore con i grandi del pianeta, riuniti da ieri in Baviera. Il leader di Kiev ha chiesto di “intensificare” le sanzioni contro la Russia. E ha aggiunto che gli ucraini hanno bisogno di moderni sistemi di difesa antiaerea. Come sempre in T-shirt militare, l’ospite più atteso del summit ha ringraziato i suoi interlocutori, affermando di aver “percepito l’appoggio del G7”. Ma ha anche chiesto di dare una spinta finale affermando di poter chiudere questa guerra “entro la fine dell’anno”. Parole che hanno suscitato un po’ di sorpresa, ma che vengono interpretate come lo sprone a chiudere il conflitto il prima possibile.

“Siamo uniti, non è il momento di firmare la pace”, ha affermato Boris Johnson, mentre Olaf Scholz, l’unico a prendere la parola per uno statement ufficiale, ha chiarito: “Le relazioni con Mosca non potranno tornare come prima”.

E i leader su questo sono effettivamente allineati: “Continueremo a stare al fianco dell’Ucraina e a sostenerla finanziariamente, umanamente, militarmente e diplomaticamente  fino a quando ne avrà bisogno”. Si ribadisce anche il versamento complessivo di 28 miliardi di euro per quest’anno, per riempire i buchi di bilancio del Paese aggredito dalle truppe di Putin, per garantire il funzionamento dello Stato.

Zelensky non è stato però l’unico ospite di questo storico vertice, ritenuto da molti il più importante G7 di sempre: fra le alpi bavaresi sono atterrati oggi anche i leader di Senegal, Sudafrica, Argentina, Indonesia e India. Ospiti strategici, che Scholz ha voluto al summit in cui ha debuttato nelle vesti di cancelliere per dimostrare che il mondo non è diviso fra Occidente da una parte e il resto del pianeta dall’altra.

Particolarmente attesa la bilaterale con l’indiano Narendra Modi, che ha riferito la sostanziale presa di distanze di 30 Paesi al forum del Commonwealth rispetto ad una condanna netta della Russia di Putin: nel meccanismo del contrasto e delle sanzioni sono in molti a non voler entrare, e bisognerà continuare ad esercitare una forte moral suasion per isolare davvero Mosca.

É stato poi il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ad informare i leader dei passi avanti sullo sblocco del grano ucraino, parlando ormai di “momento della verità”. Guterres, che ha tenuto colloqui separati con Ucraina e Russia, ha riferito che ci sarebbe una sorta di pre-accordo tra le parti per il passaggio dei cereali da tre porti controllati da Kiev, inclusa Odessa, senza la necessità di sminare i porti. Si farebbe attraverso il Mar Nero, in corsie sicure sotto la supervisione di Ucraina, Russia, Turchia e Onu.

Il tema del price cap è tornato in serata sul tavolo degli sherpa: il tetto al prezzo energetico sarà citato nel comunicato finale di domani, dopo aver fatto discutere a lungo i leader.

Gli americani hanno spinto molto per ottenerlo sul petrolio, mentre Mario Draghi ha insistito sulla partita sul gas, ottenendo l’apertura di una breccia. Nel comunicato di domani Scholz lancerà infine il club del clima, un’iniziativa che sta molto a cuore al cancelliere del governo tenuto in piedi dai verdi oltre che dai liberali. E lo spirito ecologista si respira al summit anche nelle pause previste per pranzo e cena, dove si è imposto per tutti un menù vegetariano.

(dell’inviata Rosanna Pugliese/ANSA).

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