Associazione denuncia: “Niente stage per gli immigrati”

Alcuni bambini figli di immigrati, nel loro primo giorno di scuola in una foto d'archivio
Alcuni bambini figli di immigrati, nel loro primo giorno di scuola in una foto d'archivio. ANSA-MASSIMO PERCOSSI -DBA

TRIESTE. – Studenti rifiutati in azienda per un periodo di stage soltanto perché di origini marocchine. Tra tutti gli altri studenti, i soli della loro classe scolastica a non aver trovato (inizialmente) una collocazione dove svolgere il periodo di tirocinio. E’ accaduto a due ragazzini che frequentano un istituto superiore di Sacile (Pordenone), rimasti appunto esclusi dal progetto di alternanza scuola-lavoro. Un caso riportato dalla stampa locale e da Repubblica on-line.

L’insegnante dell’istituto, sorpresa dal rifiuto dell’azienda – il cui nome non è stato rivelato – si è rivolta allora a una associazione di immigrati di Pordenone. E la situazione è stata risolta in breve tempo contattando altre aziende, che si sono mostrate molto più aperte e disponibili e dunque con i ragazzi che sono stati ricollocati per lo stage.

Luigina Perosa, insegnante in pensione e storica volontaria dell’Associazione immigrati di Pordenone, ha riferito in una intervista alcuni giorni fa che “alcune aziende non esprimono apertamente la preferenza per studenti europei. Ma non fanno entrare gli altri nella selezione”.

Getta acqua sul fuoco, invece, Adolph Hackah, presidente dell’Associazione ivoriani (Immigrati di Pordenone). “Siamo stati contattati dalla docente per questa vicenda e siamo riusciti a trovare presto una soluzione. Non è la prima volta che capita un episodio di questo tipo, è un po’ grave ma non è una novità per noi, sono cose che non dovrebbe più capitare”.

Hackah è giudizioso: “Non possiamo, per una azienda con questo comportamento, gettare discredito su tutte le aziende, può capitare … Se un cittadino è cattivo non significa che tutta la città è cattiva, ma bisogna garantire diritti uguali a tutti i cittadini, a prescindere dalla loro provenienza”.

Della vicenda si è occupato anche il consigliere regionale Furio Honsell (ex Rettore di Udine ed ex sindaco di Udine), di Open Sinistra Fvg, il quale in una nota aveva sostenuto che, “se confermata nella sua violenza”, la vicenda “sarebbe un gesto di razzismo inaccettabile per una regione che si dichiara civile come il Friuli Venezia Giulia”.

(di Francesco De Filippo/ANSA)

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