Svezia e Finlandia nella Nato, Erdogan ritira il veto

Magdalena Andersson e Recep Tayyip Erdogan in una stretta di mano. (ANSA)

MADRID.  – Il summit Nato a Madrid si apre sotto i migliori auspici. La mediazione in extremis del segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg ha portato infatti buoni frutti e la Turchia ha ritirato il veto all’ingresso di Svezia e Finlandia, dopo settimane d’impasse.

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I tre Paesi hanno firmato un memorandum d'intesa sulle richieste turche e Ankara può davvero dirsi soddisfatta: "Abbiamo avuto quello che chiedevamo, piena cooperazione" contro i curdi del PKK e i loro alleati, ha fatto sapere la presidenza turca.

"Con l'ingresso di Stoccolma e Helsinki nell'Alleanza saremo tutti più sicuri", ha esultato Stoltenberg. Non solo. Il presidente americano Joe Biden è arrivato nella capitale spagnola con un bel dono per la sicurezza euroatlantica: un rafforzamento "a lungo termine" dell'impegno militare Usa nel vecchio mondo, in particolare "nei Paesi Baltici, nei Balcani" e in generale "sul fianco orientale dell'Alleanza".

Ovvero il fronte più delicato della nuova guerra fredda. Che appare però già sufficientemente calda. Gli annunci precisi verranno nel corso del vertice ma appare chiaro che un blocco importante di quei 260mila effettivi in più a disposizione del comando supremo saranno a stelle e strisce. Un boccone amaro da mandar giù per Mosca (e in parte anche per Pechino).

Unità è la parola chiave di questi giorni. Lo era al Consiglio Europeo, lo è stata al G7 e lo sarà al summit di Madrid, già definito come “storico” da molti leader, incluso Biden, perché avviene in tempo di guerra in Europa e perché segnerà una profonda trasformazione della Nato, non solo in termini di uomini e mezzi schierati sul campo.

Ma dicevamo di Mosca e Pechino. “Il ministero della Difesa sta elaborando piani per irrobustire i nostri confini occidentali alla luce delle nuove minacce che le azioni della Nato stanno generando”, ha tuonato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, battendo il tasto sulla “natura aggressiva” dell’Alleanza Atlantica. La Cina, sul punto, si schiera con Mosca.

Per il Dragone, la Nato “è diventata da tempo uno strumento dei singoli alleati per mantenere l’egemonia” e il prossimo Concetto Strategico viene definito come “vecchio vino travasato in una bottiglia nuova”, in continuità con la mentalità della guerra fredda “di creare nemici immaginari e impegnarsi in scontri sul campo”.

Non è una sorpresa che Putin e Xi si ritrovino molto vicini sulla questione.  Nel documento-bussola della Nato, che vede la luce ogni dieci anni circa, la Russia verrà definita come la “principale minaccia” per la sicurezza euroatlantica e la Cina – che nello Strategic Concept di Lisbona del 2010 nemmeno era menzionata – verrà probabilmente indicata come una “sfida” da prendere in seria considerazione, tant’è vero che a Madrid, in una prima assoluta per la Nato, ci saranno i leader dei partner orientali (Australia, Nuova Zelanda, Sud Corea e Giappone).

Non solo. La special relationship tra Russia e Cina, sbandierata da Putin e Xi, verrà espressamente analizzata. Insomma, siamo quasi all’asse delle autocrazie contro il sistema del diritto rivendicato dalle democrazie liberali – e l’assalto russo in Ucraina sarebbe parte di questo disegno. Biden lo ha detto senza fronzoli al fianco del re Felipe VI: “Tra autocrazie e democrazie è in corso una gara e dobbiamo vincere”.

Ecco perché l’ok a Svezia e Finlandia, che permette ai leader di formalmente dichiarare i due Paesi come “invitati” nel corso del summit, era tanto importante. Un risultato che è stato salutato molto positivamente anche da Palazzo Chigi. Il memorandum con la Turchia prevede una maggior cooperazione da parte delle due nazioni scandinave sulla lotta al terrorismo, la rimozione delle restrizioni sull’export di armi e accordi sulle estradizioni (che comunque avverranno nel rispetto degli standard europei, ha spiegato Stoltenberg). Madrid, ad ogni modo, è un summit ad ampio raggio.

Oltre al sostegno da dare all’Ucraina e al riassetto generale delle forze Nato, con l’arrivo del “nuovo modulo”, c’è ad esempio l’aspetto del fianco sud, caro a Spagna e Italia ma non solo: una sessione specifica è prevista giovedì mattina. In più, per la prima volta, la Nato si occuperà anche di cambiamento climatico, perché ormai inizia ad avere implicazioni sulla sicurezza. Il futuro passa anche da qui.

(dell’inviato Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA).

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