L’ultimo turno delle Usca, le squadre anti-Covid a domicilio

La pagina del giornale Libertà dedicata alle Usca, le squadre anti-Covid.
La pagina del giornale Libertà dedicata alle Usca, le squadre anti-Covid.

BOLOGNA. – Domani sarà l’ultimo giorno delle Usca, le squadre di personale sanitario che prestano cure domiciliari ai malati di Covid. Sono nate a Piacenza, a inizio pandemia, 828 giorni fa, in una delle città più colpite dalla prima ondata. Il quotidiano piacentino Libertà, che ha sempre sostenuto l’iniziativa, dedica oggi un ampio servizio al tema.

Le squadre a domicilio furono una prima linea che difese la funzionalità dell’ospedale, ricorda il quotidiano, e che sollevò i medici di famiglia dallo tsunami dei contagi, entrando nelle case di migliaia di piacentini, salvandone tanti. Poi le Usca furono istituzionalizzate e si diffusero in tutta Italia.

Domani, alla Centrale Covid, allestita alle spalle del 118, sarà l’ultimo turno. I contratti delle Usca non saranno più prorogabili, nonostante le richieste di intervento nell’ultima settimana siano quasi raddoppiate in città, da 99 a 186. È la normativa nazionale a prevederlo.

A Piacenza sono 150mila gli interventi fatti in due anni e mezzo tra triage telefonici, visite domiciliari e in residenze per anziani, terapie e altre prestazioni (tamponi, ecografie) e fino a 60 persone impegnate a rotazione sul campo.

“Abbiamo proposto un progetto sperimentale per proseguire l’esperienza delle Usca – dice a Libertà la direttrice del Dipartimento cure primarie Anna Andena – l’azienda si è detta favorevole, anche in termini di risorse. Entro gli ultimi giorni di luglio contiamo di disporre di tre nuovi team, in luogo dei 4 o 5 di oggi, per garantire un’assistenza sul territorio non solo per le infezioni da Covid, ma anche per altre emergenze”.

Libertà intervista anche la dottoressa Giuliana Rapaccioni, ‘pioniera’ delle squadre domiciliari: “Il giorno più irreale – racconta – è stato il 12 aprile 2020, Pasqua. Quel giorno abbiamo passato di tutto, dai quartieri popolari agli attici del centro. Le persone erano sotto shock. A sera ho ricevuto gli auguri di un amico, e mi sono sciolta in lacrime. Ma rifarei tutto”.

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