Ecco come le donne potranno essere decisive per la sicurezza della NATO

A female U.S. soldier mans her weapon ontop of a Humvee combat vehicle while on patrol in the streets of downtown Bagdad, Iraq, December, 2003. EPA PHOTO/EPA/KIM LUDBROOK EPA/KIM LUDBROOK

MADRID — Sviluppare più strumenti per analizzare e risolvere conflitti; prestare attenzione a quelle che spesso sono le prime vittime delle guerre, ovvero donne e bambini; applicare “tolleranza zero” rispetto alle violenze sessuali; proteggere i beni culturali minacciati da rischi bellici ed evitare il traffico di esseri umani. Tutte queste sono politiche diventate “centrali” per la NATO nel vertice appena concluso a Madrid: si tratta infatti di aspetti inclusi nel nuovo ‘concetto strategico’ dell’Alleanza Atlantica.

L’incaricata di illustrare tali novità al summit madrileno è stata l’italiana Irene Fellin, rappresentante speciale del segretario generale della NATO per le donne, la pace e la sicurezza. Secondo quanto ha spiegato, tali “valori” sono diventati ora prioritari per l’Alleanza ed elaborati applicando la prospettiva di genere. “Questo vertice è storico anche per le donne”, ha detto in una conferenza stampa, accompagnata dalla ministra della Difesa spagnola Margarita Robles e dalla ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock.

Intervistata successivamente dall’ANSA, Fellin ha spiegato che i risultati a cui è arrivata la NATO sono frutto di un cambiamento nel modo di analizzare i conflitti intrapreso negli anni ’90, con tragiche esperienze come le guerre nei Balcani o il genocidio in Ruanda. Uno degli aspetti su cui è progressivamente stata presa più coscienza è quello delle violenze sessuali come “elemento della strategia di una guerra, che può essere usato in maniera sistematica, come un’arma”, ha aggiunto la rappresentante speciale dell’Alleanza per le donne.

Sullo stesso aspetto ha insistito anche Robles. che ha sostenuto la necessità di applicare “tolleranza zero” verso questi tipi di crimini, affermando che ne sono stati documentati vari casi anche in Ucraina. “I dati riferiti da Kiev al momento parlano di 126 casi riportati ufficialmente, di cui uno già processato”, ha aggiunto Fellin, aggiungendo che si sta cercando di capire se queste atrocità siano attribuibili “a una strategia” o a “mancanza di disciplina” tra le truppe russe. Per queste indagini, ha spiegato, vari Paesi hanno inviato team di esperti, tra questi la Germania.

Da parte sua, la ministra degli Esteri di questo Paese ha sostenuto che, in termini generali, la presenza di donne nell’ambito della difesa è importante per evitare “l’instabilità”, anche proprio dal punto di vista dell’operatività delle forze armate. “Più donne nel settore militare ci fanno sentire più sicure”, ha detto. Per Fellin, i “valori” su cui ha deciso di scommettere la NATO in termini di inclusione della dimensione di genere “mostrano esattamente la differenza” che separa l’Alleanza atlantica dalla Russia di Putin.

Anche perché, aggiunge, così si può mettere al centro quelle che sono le esigenze della popolazione. “Se  non capiamo quali sono le diverse esigenze, e quali sono i rischi che andiamo ad incontrare, non saremo pronti a rispondere in maniera adeguata”, afferma.

Francesco Rodella/Redazione Madrid

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