Coronavirus Italia: i ricoveri accelerano. Il fronte del pronto soccorso

Ospedale Sant'Anna di Como, Ingresso Pronto Soccorso Covid.
Ospedale Sant'Anna di Como, Ingresso Pronto Soccorso Covid. ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. – Cresce ancora il numero dei pazienti Covid che occupano posti letto negli ospedali italiani – in 24 ore sono 436 in più nei reparti ordinari – mentre i medici denunciano la “profonda crisi” che sta investendo i pronto soccorso, “aggravata in questi giorni dalle difficoltà legate al periodo estivo e dalla recrudescenza” del virus “che sta aumentando i ricoveri”.

Un’analisi sull’attuale andamento della pandemia arriva dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che riferisce da un lato un’accelerazione della salita della curva dei ricoveri e di una frenata della crescita della curva della percentuale dei positivi ai test molecolari, tanto da indicare che il picco dovrebbe essere raggiunto, con una forbice ampia, fra 7 e 21 giorni.

“Dall’analisi della relazione lineare tra occupazione nelle terapie intensive rispetto a quella nei reparti ordinari, attualmente pari al 2,7% – rileva Sebastiani – si stima che la sottovariante Omicron BA.5, nelle condizioni climatiche attuali, abbia una percentuale circa 2.8 volte più bassa della variante che circolava nel dicembre 2021 (7.5%)”.

Inoltre i dati relativi alla percentuale dei positivi ai test molecolari indicano che da quattro settimane la curva media è aumentata passando dal 5% al 19%, e, tramite l’analisi delle differenze settimanale, rilevano una crescita frenata da circa sette giorni. Intanto l’ Anaao-Assomed, il sindacato dei medici e dirigenti sanitari, lancia l’allarme sulle condizioni di lavoro nei Pronto soccorso, che, afferma Pierino Di Silverio, il segretario Nazionale – “sono ben note a tutti e due anni di pandemia hanno solo contribuito a peggiorare una situazione già di per sé fortemente compromessa”.

E chiede misure straordinarie urgenti, per evitare “il collasso dell’intera sanità ospedaliera: tra queste ci sono riconoscimento del lavoro come lavoro usurante, riconoscimento di giorni di riposo aggiuntivi come avviene per altre discipline, riconoscimento di pubblico ufficiale per i medici, copertura assicurativa per i turni in PS che garantiscano il medico”.

Sul fronte dei contagi, intanto, nelle ultime 24 ore, in seguito al noto effetto week end, si dimezzano i nuovi casi: oggi 36.282, secondo il ministero della Salute, ieri erano stati 71.947. Le vittime sono 59, due in più. Eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 129.908 tamponi con il tasso di positività al 27,9%, stabile. I pazienti in terapia intensiva, sono 303, 12 in più. Nei reparti ordinari ci sono 7.648, 436 in più di ieri.

Sempre nelle 24 ore e dopo l’aumento dei giorni scorsi, secondo i dati Agenas risulta stabile all’11% l’occupazione di posti letto nei reparti ospedalieri ma cresce in 11 regioni, toccando il 29% in Umbria. E’ ferma al 3% a livello nazionale anche l’occupazione delle terapie intensive, dato ampiamente sotto la soglia critica, ma sale in 5 regioni.

Una sfida quella della pandemia, che “è ancora aperta”, ribadisce il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Anche i dati di questi giorni ci indicano che siamo ancora dentro questa partita pur avendo strumenti che ci mancavano negli anni precedenti, nelle prime fasi di battaglia contro il Covid”.

E “al momento sul tavolo del governo non c’è nessuna misura restrittiva all’esame”, assicura il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: “I dati ci dicono che siamo in una fase certamente positiva e gestibile, dobbiamo monitorare con grande attenzione. Valuteremo quelli che saranno gli scenari nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, ma credo che sia anche sbagliato dire che sarà un autunno catastrofico”.

(di Federica Di Carlo/ANSA)