Draghi vede Erdogan, sul tavolo la crisi del grano e migranti

In una foto del 30/10/2021 l'incontro bilaterale del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan alla prima giornata del G20 Rome Summit.
In una foto del 30/10/2021 l'incontro bilaterale del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan alla prima giornata del G20 Rome Summit. (Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio)

ANKARA. – La diplomazia del grano, con l’obiettivo di sbloccare i porti sul Mar Nero per scongiurare una crisi alimentare drammatica. Insieme alla ricerca di una nuova spinta dei rapporti bilaterali, da realizzare bilanciando gli interessi comuni nel processo di riconciliazione in Libia e costruendo una gestione più coordinata dei flussi di migranti.

A dieci anni dall’ultimo vertice di Roma, nel 2012, Mario Draghi vola ad Ankara insieme a mezzo governo per rilanciare i rapporti bilaterali tra Italia e Turchia, mentre l’invasione russa dell’Ucraina ha stravolto lo scenario geopolitico e riscritto gli equilibri internazionali. Draghi, archiviato il primo approccio ruvido con il presidente turco (“è un dittatore”, lo aveva definito a pochi mesi dall’avvio del governo) già con gli incontri a margine del G20 di Roma a ottobre dello scorso anno e al vertice Nato di Bruxelles di fine marzo, incontrerà Recep Tayyip Erdogan nel palazzo presidenziale a metà pomeriggio, dopo una visita all’AnÕtkabir, il mausoleo di Ataturk.

Con il presidente turco, che veste i panni del grande mediatore tra Russia e Ucraina, Draghi affronterà per prima cosa la crisi alimentare, mentre Mosca chiede di liberare la nave fermata in Turchia domenica. E tratterà anche il tema dell’energia, con la Turchia che ha aumentato del 62,5% i volumi di gas trasportati con il gasdotto Tanap (Trans-Anatolian Pipeline), che si collega con la Tap, diventando la terza rotta di approvvigionamento dopo Algeria e Russia.

In parallelo i ministri Luciana Lamorgese, Luigi Di Maio, Giancarlo Giorgetti, Lorenzo Guerini e Roberto Cingolani avranno incontri con i loro omologhi per arrivare alla firma di protocolli d’intesa per la cooperazione in materia di affari esteri e difesa, per il sostegno delle micro, piccole e medie imprese, per lo sviluppo sostenibile e per il riconoscimento delle patenti di guida.

L’Italia è “partner strategico”, ha fatto sapere la presidenza turca, sottolineando che nel vertice intergovernativo nella capitale saranno affrontate anche “le relazioni tra la Turchia e l’Unione europea”. Un tema messo sul tavolo poche ore prima del bilaterale con l’Italia, anche dal ministro degli Esteri di Erdogan, Mevut Cavusoglu, con il suo omologo austriaco Alexander Schallenberg.

Perché “strategica” per la Turchia rimane anche “l’adesione all’Unione europea”, nonostante il dossier sia congelato da più di vent’anni. Roma, si osserva dal governo, è sempre stata impegnata a promuovere “un approccio costruttivo” nei rapporti tra Turchia e Ue, ma per fare passi avanti è indispensabile passare quelli che la diplomazia definisce “sviluppi positivi su temi come i diritti umani”.

Peraltro, nonostante le rassicurazioni arrivate da vari ministri, compreso Di Maio, che l’accordo di Madrid con Ankara per l’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia, non cambiano la posizione italiana e “non avranno ripercussioni sul popolo curdo”, la visita ha dato il la, in Italia, alle voci critiche, soprattutto a sinistra, nei confronti della “repressione” dei curdi da parte del “regime di Erdogan”.

(dell’inviata Silvia Gasparetto/ANSA)