Indagine non fa luce su morte reporter al Jazeera

Catar, la red televisiva Al Jazeera.
Catar, la red televisiva Al Jazeera.

TEL AVIV.  – L’esame della pallottola che ha ucciso la reporter di al Jazeera Shireen Abu Akleh non svela chi abbia sparato il colpo fatale, anche se per gli Usa “è probabile” che sia partito “non intenzionalmente” dagli israeliani.

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L'esame balistico del proiettile – che i palestinesi hanno consegnato a Gerusalemme al tenente generale Usa Michael R. Fenzel Coordinatore di sicurezza tra Israele e Autorità nazionale palestinese (Anp) – aveva l'obiettivo di determinare "la connessione tra la pallottola e l'arma dalla quale è stato sparato". "Nonostante questi sforzi – ha spiegato ancora l'esercito – le condizioni fisiche del proiettile e la qualità delle caratteristiche su questo non hanno permesso un esame balistico che possa determinare in maniera conclusiva se o meno quel proiettile sia stato sparato dall'arma presa in esame".

Il proiettile è in uso sia nell'esercito israeliano sia tra i gruppi armati palestinesi. Il portavoce militare ha comunque sottolineato che le indagini continueranno. Le conclusioni hanno provocato l'ira di Ramallah visto che una sua propria indagine aveva addossato la responsabilità diretta ai soldati di Israele.

In particolare all'unità Dudvedan, presente quel giorno durante gli scontri, con un colpo intenzionale, indirizzato verso i giornalisti chiaramente riconoscibili per la pettorina, che ha ucciso Abu Akleh e ferito un altro reporter.

Tesi respinta da Israele secondo cui non c'era e non c'e' alcuna prova sulla fonte dello sparo e soprattutto sulla sua volontarietà. "Il governo dell'occupazione – hanno detto all'unisono Hussein al Sheikh (anche ministro dell'Anp) e il Procuratore generale – è da ritenersi responsabile per l'assassinio di Abu Akleh. Porteremo avanti le nostre procedure nelle Corie internazionali".

L'indagine dell'esercito – ha replicato il premier ad interim Yair Lapid – "ha chiarito che non si può stabilire chi sia responsabile della dolorosa morte della reporter". "Ma di certo si può stabilire – ha aggiunto – che non c'era intenzione di colpirla". Ora toccherà a Biden cercare di smorzare gli animi.

(di Massimo Lomonaco/ANSA).

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