Inflazione ai massimi dal 1985: fare la spesa può costare 830 euro in più all’anno

Una mano con spiccioli della spesa al mercato.
Una mano con spiccioli della spesa al mercato. (ANSA)

MADRID — Inflazione confermata in doppia cifra a giugno in Spagna. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (Ine), il mese scorso l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 10,2%, un dato mai così alto da aprile 1985. Al di là della percentuale in sè, il fenomeno preoccupa per le ripercussioni dirette sulla vita delle persone: secondo l’organizzazione di consumatori Ocu, una famiglia può arrivare a spendere 830 euro in più all’anno per la spesa di prodotti alimentari. “L’inflazione è la grande sfida attuale del Paese”, ha detto ieri il premier Pedro Sánchez in Parlamento.

Secondo l’Ine, è proprio la categoria degli alimenti, insieme a quella dei carburanti, ad aver fatto schizzare l’indice alle stelle. Per porre un esempio, il tasso d’inflazione mensile della frutta a giugno è stato del 9,5%, quello di pane e cereali dell’1,6%, quello dei carburanti dei veicoli personali del 10% e quello dell’elettricità del 9,1%. Sul fenomeno influiscono le dinamiche dei mercati energetici associati agli sviluppi della guerra in Ucrania.

Il ritmo attuale dell’inflazione rischia seriamente di diventare insostenibile per molti. La radio Cadena Ser ha calcolato che, su base annuale, una famiglia media potrebbe dover sborsare, per le proprie spese generali 3.500 euro in più rispetto all’anno scorso. Nel frattempo, al momento non c’è fumata bianca nelle negoziazioni tra sindacati e industriali riguardo agli aumenti salariali invocati dai primi per sostenere la situazione.

Il principale scoglio per un patto, secondo quanto emerso sinora, è il rifiuto degli imprenditori ad accettare una clausola che leghi gli incrementi all’evoluzione dell’inflazione.

Per fronteggiare la situazione attuale, il governo di Pedro Sánchez ha messo in moto diverse misure straordinarie: ne sono un esempio quelle annunciate non più tardi di ieri in Parlamento, come “imposte straordinarie” alle “grandi società” energetiche e finanziarie, abbonamenti ai treni locali e a media-distanza “rimborsati al 100%”, lo sblocco di un progetto di edilizia popolare a Madrid e un bonus da 100 euro per studenti over 16 provenienti da famiglie a basso reddito.

Provvedimenti che si sono aggiunti ad altri lanciati in precendenza, come un assegno di sostegno da 200 euro per persone con redditi inferiori ai 14.000 euro annui e riduzioni fiscali per l’elettricità. Secondo Sánchez, questo pacchetto permetterà di contenere l’aumento dell’inflazione di 3,5 punti.

Il premier ha comunque ammesso Spagna ed Europa sono attese da mesi complicati, visto il prolungarsi della guerra in Ucraina: nel caso in cui il presidente russo Vladimir Putin decidesse di “chiudere il rubinetto del gas”, ha avvertito, bisognerà “adottare misure di risparmio energetico”.

Per essere precisi, ha aggiunto il premier,  questi accorgimenti potrebbero corrispondere a, per esempio, “incrementare lo smart-working, incentivare i trasporti pubblici, abbassare un po’ la temperatura del riscaldamento o alzarla nell’aria condizionata”.

“Non si tratta di nulla che vada a stravolgere il nostro modo di vivere, bensì di azioni che ci permettano di difendere i nostri valori e il nostro stile di vita quando questi vengono attaccati”.

Redazione Madrid