Ora o mai più?

La crisi del governo Draghi.
La crisi del governo Draghi.

Molti giornalisti, ispirandosi ai sondaggi che sono sempre in agguato, già parlano del risultato delle prossime elezioni e già sguazzano pensando alle liti e alle discussioni tra gli alfieri dei partiti di una ipotetica futura maggioranza. Ebbene, credo che questo sia un errore, primo perché non sappiamo quello che verrà fuori dalle urne, secondo perché così facendo si toglie vitalità al dibattito politico. Inevitabilmente gli organi d’informazione spenderanno fiumi di parole dissertando su scenari futuri e ben poche parole per parlare di programmi, di piani e strategie di sviluppo eccetera. Noi cittadini, ormai, siamo abituati (e anche rassegnati) alla predilezione per il pettegolezzo, ma è proprio questo che ha allontanato gli elettori dalla politica.

Vorrei dire, però, che i sondaggi non sono interessanti solo per capire come potrebbe evolversi la situazione, ma anche per capire quali dinamiche muovono l’elettorato. Negli ultimi anni ciò che ha spinto l’elettore è stato lo slogan, vuoi perché accompagnato da un “vaffanculo”, vuoi perché seguito da una preghiera con Rosario in mano, vuoi perché ripetuto come un mantra da tutte le televisioni o perché condiviso ciecamente nelle reti sociali. Ma lo slogan da bar, promosso a bandiera politica, si è rivelato menzognero e vuoto.

Ecco, menzognero e vuoto! E molti elettori se ne sono accorti! Partiamo quindi da questo disincantamento per definire le basi di un nuovo dibattito.

Ora, in Italia abbiamo una ennesima crisi di governo da gestire in uno dei momenti più complessi della storia mondiale (debito oltre il 160%, guerra alle porte d’Europa, inflazione al 10% eccetera, eccetera), ma non credo che i protagonisti di questa vicenda abbiano avuto un’illuminazione sulla via di Damasco, semmai credo che abbiano subodorato un “ora o mai più”, questo non tanto perché il momento gli è favorevole, quanto perché, proprio in questo periodo sta nascendo un nuovo “centro” che, attenzione, è definitivamente anti-slogan, propone una nuova offerta fatta di ragionamenti, ed è fuori da qualsiasi ideologia. Curiosamente, gli organi di stampa parlano moltissimo di un partito appena nato da una scissione, ma non parlano di questo nuovo centro, che ha una guida di altissimo valore.

Ebbene, l’elettore indeciso non chiede altro! E gli astensionisti prima o poi si renderanno conto che esiste una nuova possibilità. Ma siamo agli albori, e se si votasse tra sette otto mesi, questa nuova offerta politica rischierebbe di essere matura e di prendere un bel po’ di voti. Ecco perché “ora o mai più”!

Insomma, il populismo e lo sloganismo, vittime della loro menzogna, sono al canto del cigno? Io credo di sì, ma occorre riempire il loro vuoto con ragionamenti solidi, sapendo che una buona parte degli italiani hanno le tasche piene di formule magiche e di vane chiacchiere (lo dimostrano anche le incredibili manifestazioni pro-Draghi che abbiamo visto di recente) e che l’opportunità per tornare a una dialettica politica sana va colta ora. Gli elettori gradiranno.

Claudio Fiorentini