Elezioni: sirene M5s per Si e Ev, Conte lavora ad alleanza

Il presidente del M5s Giuseppe Conte Dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi
Il presidente del M5s Giuseppe Conte Dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Alleanze, sì, no, forse. Tra Enrico Letta e il duo Angelo Bonelli – Nicola Fratoianni, a lavoro per trovare un intesa che li possa portare ad allargare una coalizione in grado di reggere il confronto con il centrodestra, potrebbe inserirsi Giuseppe Conte.

Il dialogo con il Movimento 5 stelle era stato auspicato più volte nelle scorse settimane da parte dei leader di Sinistra Italiana ed Europa Verde, ma oggi è il presidente pentastellato ad aprire uno spiraglio: “Fratoianni è una persona seria, stamattina ci siamo sentiti ancora una volta, se vorrà confrontarsi sui programmi noi siamo aperti. Il problema non è se Bonelli e Fratoianni faranno l’accordo col Pd, ma è che cosa faranno con Gelmini e Carfagna?”.

I fronti sono aperti a un’interlocuzione, che comunque procede con tutte le cautele del caso e su più tavoli, come evidenzia e fa capire in mattinata Bonelli: “Con responsabilità verifichiamo se ci siano le condizioni per il dialogo con il Pd. Conte ci pare voglia portare il M5S alle origini, noi vogliamo parlare di giustizia sociale e climatica e sentiamo la responsabilità verso il Paese e per fermare le destre estreme – e aggiunge – fra noi e Si non c’è nessuna valutazione diversa rispetto al Movimento. Siamo impegnati sulle questioni programmatiche per vedere se sia possibile trovare una intesa”.

Pure Nicola Fratoianni, oggi in una intervista a Qn ha parlato “di una alleanza tecnica con M5s della quale sarebbe necessario discutere” e in caso di mancato accordo con il Pd le cose potrebbero rapidamente evolvere verso un apparentamento con i pentastellati. Anche perché il convitato di pietra seduto al tavolo delle trattative rimane Carlo Calenda, che oggi è tornato a mettere i suoi paletti attorno al perimetro della coalizione: “”Reitero. L’agenda Draghi non si tocca”.

La questione rimane comunque circoscritta all’ambito pre-elettorale, una coalizione composita potrebbe provare ad arginare la vittoria schiacciante del centrodestra in tutti gli uninominali e la cosa per Conte “non è indifferente”. Nel Movimento, ad ogni modo, il tema delle alleanze fa discutere anche internamente. Oggi è tornata a parlare del fu campo largo Virginia Raggi tramite un post scritto su Facebook, in odore di polemica contro i vertici pentastellati:

“Sono lieta di vedere che finalmente Conte e i big del MoVimento 5 Stelle hanno capito che non c’è speranza con il Pd – dice l’ex sindaca di Roma -: li abbiamo rianimati con il “Conte” 2 e non siamo riusciti a pesare nel governo Draghi in nome di una presunta “alleanza progressista” che evidentemente faceva bene solo ai nostri alleati”.

E Raggi, che non potrà essere ricandidata, in virtù della regola del doppio mandato, non le manda a dire nemmeno quando parla degli accordi che ancora insistono tra M5s e Pd sui territori, quando dice: “Adesso, si abbia il coraggio di chiudere anche con le pseudo alleanze di comodo in quei Comuni o in quelle Regioni laddove è evidente anche alla luce dei programmi che non c’è conciliabilità”.

(di Flavio Russo/ANSA)