Superbonus: a luglio corre ancora, resta nodo crediti

L'impalcatura su una facciata di un edificio a Napoli ristrutturata con i benefici fiscali del superbonus,
L'impalcatura su una facciata di un edificio a Napoli ristrutturata con i benefici fiscali del superbonus, 22 ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. – Non si arresta a luglio la corsa del Superbonus al 110% ma resta il nodo della cessione del credito, e in particolare della responsabilità solidale del trasferimento che il decreto Aiuti bis ieri non ha sciolto, nonostante molte sollecitazioni e tanta aspettativa, dopo che le frodi allo Stato sui bonus edilizi hanno raggiunto quota 5,7 miliardi di euro e nuove indagini vengono aperte per truffa.

Nel consueto resoconto mensile, l’Enea ha diffuso i dati al 31 luglio indicando gli investimenti ammessi alla detrazione in crescita a 39,75 miliardi (rispetto ai 35,2 miliardi di giugno) con detrazioni a carico dello Stato previste a fine lavori per 43,72 miliardi (dai 38,7 miliardi del mese precedente).

Le richieste quindi proseguono ma spesso rimangono parcheggiate nel cassetto fiscale, creando accumuli per gli operatori difficili da smaltire. A sperare nella svolta, con l’inserimento di una norma ad hoc nel Dl Aiuti bis, era innanzitutto l’Ance che riteneva il provvedimento “l’ultima opportunità per sbloccare realmente il meccanismo della cessione del credito” – un mercato che “sta paralizzando gli interventi di Superbonus già avviati ed è fonte di grandi disagi per le famiglie e le imprese” – “per evitare il fallimento di migliaia di aziende che hanno immagazzinato i crediti ma che non riescono più a monetizzarli”.

Anche Confedilizia ha sollecitato fino all’ultimo una norma che chiarisse “definitivamente che i cessionari (almeno quelli successivi al primo) non incorrono in alcuna responsabilità”, altrimenti “i crediti finora acquisiti non potranno liberamente circolare e, conseguentemente, proprietari e condominii non troveranno sul mercato imprese disposte ad avviare, e in alcuni casi anche a proseguire, i lavori”.

Dal fronte politico il MoVimento 5 stelle, sottolineando che grazie a questo bonus edilizio lo Stato ha ricevuto 4,2 miliardi di entrate finanziarie superiori alle previsioni, ha chiesto di sbloccare i crediti ‘incagliati’ “con un intervento realmente risolutivo sulla responsabilità in solido”.

Stefano Patuanelli si è speso a difesa dello strumento citando i dati di Nomisma su un ritorno economico di 124,8 miliardi a fronte di investimenti per 38,7 miliardi. Ma anche Fratelli d’Italia ha chiesto in modo formale al governo di risolvere in via definitiva il nodo della responsabilità solidale. Per gli addetti ai lavori si tratterebbe dell’ultimo decisivo passo dopo le modifiche introdotte per sbloccare le cessioni nel primo dl aiuti e poi nel decreto semplificazioni, che, secondo il segretario generale della Fabi Lando Sileoni, permetterebbero già un certo ritorno alla normalità.

“Molti grandi gruppi bancari, a cominciare da Intesa Sanpaolo, sono pronti a far funzionare il nuovo sistema”. La nuova norma sulla cessione agevolata dei crediti fiscali “è retroattiva – ha ricordato il sindacalista – vuol dire che si applica anche a operazioni e cantieri già avviati, magari bloccati”. Probabilmente, gli ultimi nodi saranno quindi superati “non appena l’Agenzia delle Entrate avrà diramato una nuova circolare con i chiarimenti definitivi”.