“Mai fascisti a Palazzo Chigi”. Piazzale Loreto diventa un caso

Il primo cippo commemorativo eretto esattamente sul luogo dell'eccidio
Il primo cippo commemorativo eretto esattamente sul luogo dell'eccidio. (Wikipedia)

MILANO. – Milano, medaglia d’oro della Resistenza, ricorda l’eccidio di piazzale Loreto e i partigiani uccisi dai nazifascisti nel 1944 ma alla cerimonia del 78esimo anniversario, davanti al monumento che ricorda la strage, irrompe la campagna elettorale, con le parole di Sergio Fogagnolo, figlio di uno dei quindici martiri.

E immediata parte la polemica politica. “Il 25 settembre, quando voteremo, inorridisco pensando che 100 anni dopo la marcia su Roma gli eredi del fascismo possono prendersi Palazzo Chigi e mettere mano alla Costituzione”, afferma Fogagnolo, figlio di Umberto, a conclusione del suo lungo intervento.

“Questo è il panorama che descrive il clima in cui, quest’anno, siamo chiamati a onorare la memoria dei quindici partigiani che hanno pagato, con la loro vita, il prezzo della nostra libertà e della nostra democrazia”, aggiunge, trovando anche il tempo di definire davanti ai rappresentanti delle istituzioni locali – compreso quelli del centrodestra come l’assessore allo Sviluppo della Città metropolitana, Stefano Bolognini, leghista – il leader della Lega, Matteo Salvini, un “ministro dell’Interno con vocazione totalitaria”.

Parole che suscitano l’imbarazzo dell’Anpi. Il presidente milanese, Roberto Cenati, prende subito le distanze precisando che la cerimonia, come ogni anno, “aveva unicamente lo scopo di ricordare l’eccidio nazifascista e il sacrificio dei martiri che hanno ridato a tutti noi la libertà di pensiero, di parola, di opinione al di là delle proprie convinzioni e credo politici. Ogni altra considerazione non c’entrava niente con la cerimonia istituzionale promossa dal Comitato permanente Antifascista”, chiarisce ancora Cenati che ha fatto bene intendere come la commemorazione non dovesse assolutamente trasformarsi in un comizio elettorale, a maggior ragione a poco più di un mese dalle elezioni politiche del 25 settembre.

La reazione di Fratelli d’Italia non è tardata. “Gli avversari vanno rispettati, come anche quello che sarà il voto degli italiani. La democrazia non è una luce intermittente di Natale che si accende e si spegne per proprio tornaconto – sottolinea il capogruppo al Comune di Milano del partito di Giorgia Meloni, Riccardo Truppo -. La comunità politica di Fratelli d’Italia forma i propri dirigenti nell’idea che tutte le posizioni politiche vadano rispettate, perché esistono solo avversari politici e non nemici”.

(di Michela Nana/ANSA)