Cnn: una montatura la versione di Mosca su Olenivka

Trasferimento di prigionieri ucraini di Azov al carcere di Olevnika.

ROMA. – Troppi i sospetti intorno alla versione di Mosca dell’attacco del 29 luglio al centro di detenzione di Olenivka che ha provocato più di 50 morti tra i prigionieri di guerra ucraini. In maggioranza combattenti del battaglione Azov che hanno difeso l’acciaieria di Mariupol fino allo stremo.
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Oggi la Cnn ha pubblicato il risultato di un’inchiesta indipendente basata sull’analisi di video, fotografie, immagini satellitari, e sul lavoro di esperti forensi e di armi. E la conclusione è che la “ricostruzione russa è molto probabilmente un’invenzione”.

Secondo gli specialisti coinvolti dall’emittente Usa la mancanza di accesso al luogo rende impossibili conclusioni definitive, ma la maggior parte dei segnali indica sostanzialmente due fatti: che nel centro di detenzione amministrato dalle forze filorusse c’è stato un incendio intenso e che, secondo diversi testimoni, non si è sentito il rumore di un razzo in arrivo. Il che fa supporre che l’incendio che ha causato la morte di decine di soldati ucraini detenuti non sia stato scatenato dall’esplosione di un razzo ma da qualche altro motivo.

Altri analisti di diversi Paesi nei giorni scorsi avevano dichiarato ai media internazionali che le fiamme potrebbero essere state appiccate volontariamente da chi gestisce la prigione per coprire i segni delle torture o anche la morte dei detenuti seguita alle torture.

Evidentemente opposta la posizione di Mosca, secondo cui l’Ucraina avrebbe attaccato la prigione con lanciarazzi Himars per uccidere i propri soldati poichè voleva escludere che confessassero crimini di guerra. Lo sdegno di Kiev si è manifestato nelle parole del presidente Volodymyr Zelensky lo stesso 29 luglio: “Olenivka è una classica, cinica ed elaborata operazione sotto una falsa bandiera” e ha definito l’accaduto “un deliberato crimine di guerra dei russi”.

Questa mattina, a stretto giro dopo la pubblicazione del report della Cnn, le agenzie di stampa statali di Mosca hanno riportato le dichiarazioni di Denis Pushilin, capo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, dove si trova la prigione di Olenivka. Il leader filorusso ha di nuovo accusato Kiev: “Il motivo qui è chiaro: è tacere, non dare ai prigionieri di guerra l’opportunità di parlare, di confessare quei crimini”.

Insomma, il rimpallo continua. Ma finora nessuna istituzione internazionale, compresa la Croce rossa, ha avuto il permesso di accedere al carcere dopo l’incendio che ha bruciato, vivi o morti, i prigionieri di guerra ucraini.

(di Silvana Logozzo/ANSA).