Anche gli Usa facevano campagne ombra sui social, rimosse

Schermo di smartphone con i logo delle app.
Schermo di smartphone con i logo delle app.. (Photo by Olivier DOULIERY / AFP)

WASHINGTON.  – Anche gli Usa facevano champagne social di stato con account falsi per promuovere i propri interessi all’estero ed attaccare i loro avversari. Più o meno come la Russia, la Cina, l’Iran e altri Paesi che finora si pensava fossero i soli ad usare la rete come un insidiosostrumento di propaganda, con gravi rischi di disinformazione.

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Invece tra luglio e agosto otto social network, tra cui Facebook, Instagram, WhatsApp, Twitter e Youtube, hanno cancellato dalle loro piattaforme una campagna di influenza americana che attaccava anche Mosca, Pechino e Teheran.

"É la prima volta che vediamo una cosa del genere", ha spiegato al New York Times Renée DiResta, dirigente dell'Osservatorio internet di Sandford, che ha redatto un rapporto insieme alla società di ricerca Graphika. "É la prima volta che vediamo un'operazione di influenza straniera Usa rimossa da Twitter e Meta", ha assicurato. Tra gli esperti circolavano già sospetti ma mancavano studi e prove, a differenza di altri Paesi: il Cremlino è stato tra i pionieri del settore, seminando caos e odio nelle elezioni presidenziali Usa del 2016, mentre il Dragone ha cercato più di lustrare la sua immagine all'estero e controbattere alle accuse di abusi sui mdiritti umani.

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Gli account dietro l'operazione Usa spesso si spacciavano per media o persone inesistenti, postando contenuti in almeno sette lingue, compreso russo, arabo, farsi e urdu. Meta, che  controlla Fb, Instagram e WhatsApp, ha accertato che il Paese di origine dei profili sono gli Usa, mentre Twitter ha indicato come presunti Paesi da cui è stata gestita l'attività gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, secondo gli autori dello studio, che avevano accesso ai dati dei colossi web. Tra le piattaforme utilizzate per la campagna pro Usa anche i network russi VKontakte e Odnoklassniki.

No comment dal Pentagono e dai social network, che normalmente rivelano le operazioni di influenza quando le cancellano. Solo Youtube ha ammesso di aver chiuso alcuni canali in arabo, farsi e russo che promuovevano gli affari esteri americani. Lo scopo delle campagne Usa era diffondere messaggi favorevoli agli Stati Uniti attraverso meme e notizie false, criticando invece gli avversari.

La Russia è finita nel mirino per le sue "guerre imperialiste" in Ucraina, Siria, Africa, con account che sostenevano le proteste pro Kiev nelle ex repubbliche sovietiche dell'Asia centrale. Al contrario, venivano diffuse lodi per gli sforzi americani nella stessa regione e in Iraq.

I profili che si spacciavano come iraniani, tra citazioni di poeti e foto di cibi persiani, accusavano il governo di Teheran di togliere generi di prima necessità al popolo per darli agli Hezbollah. O evidenziavano momenti imbarazzanti per il Paese, come quando un blackout elettrico avrebbe causato la sconfitta del team scacchistico di casa in un torneo internazionale online.

O, ancora, confrontavano le opportunità per le donne iraniane con quelle all'estero e criticavano Teheran per il sostegno all'invasione russa dell'Ucraina prospettando conseguenze economiche per i cittadini.

Nessuna delle varie campagne promosse però ha raggiunto un largo pubblico. Gran parte dei post e dei tweet hanno ricevuto "un pugno" di like o retweet, precisano i ricercatori, e solo il 19% degli account falsi che sono stati smascherati aveva oltre 1.000 follower. In questo, russi e cinesi hanno avuto indubbiamente più successo.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA).