Estate 2022, la peggiore siccità d’Europa in 500 anni

La sabbia del letto del fiume Po in secca a Zibello in provincia di Parma
La sabbia del letto del fiume Po in secca a Zibello in provincia di Parma, 25 luglio 2017. ANSA/ SERENA CAMPANINI

ROMA. – La siccità che ha colpito l’Europa nell’estate 2022 è la peggiore in quasi 500 anni: più grave di questa è stata solo l’ondata di caldo estremo che si è abbattuta sul continente nel 1540. Il dato emerge dal confronto tra i dati ottenuti dai satelliti Copernicus, il programma europeo di osservazione della Terra gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa), e quelli di uno studio del 2014, pubblicato sulla rivista Climatic Change e coordinato dall’Università svizzera di Berna.

Gli occhi del satellite Sentinel 2 di Copernicus hanno infatti catturato in una sequenza di immagini come vaste regioni in tutta Europa siano passate, tra il primo luglio e il 31 agosto 2022, da un verde rigoglioso a un marrone arido. I danni più significativi alla vegetazione sono ben visibili, in particolare nelle aree sud-orientali della Gran Bretagna, nella Francia settentrionale e in vaste aree di Germania, Polonia e dell’Europa orientale.

Anche i dati ricavati dall’Osservatorio Globale sulla Siccità (Global Drought Observatory, Gdo) indicano che il 47% dell’Europa ad agosto si trovava in condizioni allarmanti: i segnali più gravi erano la mancanza di umidità nel suolo e gli effetti negativi sulla vegetazione. Inoltre il livello dell’acqua nei fiumi, compresi Reno, Danubio e Po, è sceso così tanto da impedirne la navigazione, mentre il clima eccezionalmente caldo e secco ha notevolmente aumentato il rischio di incendi boschivi.

Le immagini satellitari ottenute a luglio 2022, sempre dai satelliti di Copernicus, testimoniavano già gli effetti dell’ondata di caldo, con vistose ‘cicatrici’ nelle zone colpite dagli incendi. Tuttavia, la siccità del 1540 fu ben peggiore: l’ondata di caldo avvenuta in quel periodo fu infatti molto persistente, con una durata di ben 11 mesi, portando a circa 90-95 giorni di pioggia in meno rispetto alla media dell’Europa occidentale e centrale del XX secolo. La siccità idrologica risultò altrettanto estrema, come riportano gli autori dello studio del 2014: la portata di fiumi come Reno ed Elba scese addirittura del 90% e i corsi d’acqua più piccoli si prosciugarono completamente.

La ricostruzione della temperatura dell’Europa centrale basata su dati documentari mostra che il 1540 fu dominato da una situazione di alta pressione quasi persistente sull’Europa occidentale e centrale, circondata da sistemi di bassa pressione sull’Atlantico e sulla Russia occidentale. Infatti, mentre testimonianze russe di quel periodo parlano di una primavera molto fredda e raccolti congelati, quelle provenienti dall’Italia settentrionale raccontano invece un inverno con temperature estive.

(di Benedetta Bianco/ANSA)