Juve-Allegri il feeling è rotto, crisi sul tavolo cda

In una foto d'archivio Massimiliano Allegri pensieroso in panchina.
In una foto d'archivio Massimiliano Allegri pensieroso in panchina. (ANSA/AP Photo/Martin Meissner, File)

TORINO.  – La Juve non va, irriconoscibile per come l’avevano immaginata società, tecnico e tifosi, e la patata bollente tocca al consiglio di amministrazione del club bianconero che si riunirà nei prossimi giorni per esaminare il bilancio 2021/22.

Non ci sarà solo da analizzare i conti, con una perdita intorno ai 250 milioni di euro, come ha prospettato nei giorni scorsi il presidente di Exor John Elkann. Sul tavolo si riversa anche la crisi attuale che proietta lunghe ombre, con i tifosi sempre più scontenti ed agguerriti. Abituati alle vittorie, non possono più aspettare il rilancio.

É urgente il cambio di rotta perché l’uscita di scena nel girone di Champions sarebbe un altro gravissimo colpo, anche sul piano finanziario, per non parlare dell’esclusione dalla prossima edizione della coppa europea più prestigiosa, se mai la Juventus dovesse finire dietro le prime quattro in campionato.

Questa volta non manca solo il gioco, c’è un problema di identità. In Champions la posizione è delicatissima – zero punti dopo due partite, con Chelsea e Benfica a punteggio pieno – in campionato i bianconeri navigano a metà classifica, con un bilancio di due sole vittorie, a fronte di 4 pareggi e una sconfitta.

L’ipotesi di esonerare Allegri, che ha un contratto fino al 2025, è stata bollata come “una follia” – ieri, prima del disastro di Monza – dall’amministratore delegato Maurizio Arrivabene. Ma non tutti in società sarebbero della stessa idea, anche perché un fallimento sportivo in questa stagione alla lunga potrebbe costare di più di un nuovo allenatore da pagare in aggiunta al contratto – 7 milioni all’anno più 2 di bonus – da corrispondere ad Allegri.

Finora il presidente Agnelli ha sempre dato fiducia all’attuale allenatore. Il problema è che la pessima figura di Monza, una sconfitta con poco gioco e nemmeno l’ombra di quel carattere che negli anni buoni aveva fatto riemergere la squadra dalle situazioni più difficili, ha amplificato problemi e dubbi, quando tutti in casa Juventus si attendevano una reazione.

Una grossa delusione l’ha data Di Maria, un potenziale leader che si è fatto invece cacciare dal campo per una reazione, all’asfissiante marcatura di Izzo, che lo stesso argentino ha definito “sproporzionata”. Un errore che l’ha convinto a chiedere pubblicamente scusa, sui social; domani però potrebbe arrivare la stangata del giudice sportivo.

Gli alibi non reggono, anche se le assenze continuano a essere importanti, soprattutto quelle di Chiesa e di Pogba, ma – almeno per chi osserva dall’esterno – Allegri non sembra più trasmettere quel feeling alla squadra che ha portato i bianconeri, nel primo ciclo con il tecnico toscano, a 5 scudetti consecutivi e due finali di Champions, oltre ai successi in Coppa Italia e Supercoppa italiana.

“Uno o due anni per tornare a vincere lo scudetto”, aveva detto l’allenatore a metà della scorsa stagione, quando era diventata chiara l’esclusione dei bianconeri dalla lotta per il tricolore.  Ma agli albori di questa annata Allegri aveva sperato di  accorciare i tempi: “C’è il dovere di tornare a vincere”, il suo proclama. Il ritorno di Pogba e il colpo Di Maria avevano forse illuso, entrambi hanno avuto difficoltà e il francese, distratto anche da triste vicende personali, non si sa ancora quando rientrerà e con quale spirito.

Adesso, con la sosta per le nazionali, ad Allegri non resta che riflettere, la rosa al completo la riavrà solo alla vigilia della partita con il Bologna. Quando – se non ci saranno stati colpi di scena – avrà tutti i fucili puntati addosso.

(di Renato Botto/ANSA).