Elezioni 2022: endorsement Meloni alla destra spagnola, Pd-Calenda attaccano

La leader del partito Giorgia Meloni chiude i lavori della conferenza programmatica di Fratelli d'Italia al MiCo a Milano, 1 maggio 2022.
La leader del partito Giorgia Meloni chiude i lavori della conferenza programmatica di Fratelli d'Italia al MiCo a Milano, 1 maggio 2022.ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

ROMA. – Il centrodestra, guidato da Fratelli d’Italia, che vince le elezioni in Italia e fa da apripista ad un’esperienza simile anche in Spagna. E’ l’auspicio di Giorgia Meloni che, in un’intervista all’Efe, spiega i rapporti con Vox: “Ho avuto una lunga telefonata con Santiago Abascal, come spesso accade. Siamo uniti dal rispetto reciproco, dall’amicizia e dalla lealtà. Ci diverte il fatto che in Italia la sinistra usi Vox per attaccare FdI e viceversa in Spagna”.

Parole che arroventano il clima nell’ultimo scorcio di campagna elettorale: “Vox è veramente un partito neofascista – punta il dito Carlo Calenda -. Io non ho mai evocato l’allarme democratico ma se la Meloni si mette a dire che vuole Vox al governo, che domani la Le Pen, Orban, magari l’AFD, attenzione perché lì c’è gente che è fascista dichiarata”.

Per Meloni “la concretezza e il pragmatismo dei conservatori sono molto più efficaci delle ricette ideologiche della sinistra” e sono in grado di garantire al Paese “un forte cambiamento” affrontando “la priorità assoluta” di “sostenere le famiglie e le aziende in questa terribile fase di aumento dei prezzi e dell’energia”.

La vittoria del centrodestra un pericolo per la democrazia? “In Italia nessuno lo crede – risponde -, nemmeno la sinistra stessa, che usa questo argomento come arma della disperazione”. Dal Pd piovono accuse. “Spero che Vox non abbia successo in Spagna, sarebbe un pessimo segnale per l’Europa”, ma “non mi sorprendono le parole della Meloni, conosco il suo rapporto con Vox”, taglia corto il segretario Enrico Letta.

“La maschera è caduta. Difende il regime illiberale di Orban e sostiene l’estrema destra spagnola. Ecco Giorgia Meloni. Ecco la posta in gioco”, afferma la capogruppo del Pd Debora Serracchiani. Rincara la dose la presidente dei senatori dem, Simona Malpezzi: “Dai filorussi ungheresi all’estrema destra spagnola, la leader di FdI lavora per distruggere l’Europa”.

Dall’Eurocamera interviene la presidente del gruppo S&d, la spagnola Iratxe Garcia Perez: “Purtroppo Vox è già presente nelle istituzioni in Spagna, ad esempio nel governo della mia regione, Castilla León. Il populismo è molto efficace nella sua critica distruttiva, ma quando si arriva al dunque non apporta nulla”.

La leader di FdI dalla sua pagina Facebook annuncia anche un’altra misura che, in caso di vittoria, verrà presa dal governo guidato dal centrodestra: “Sui social network devono valere le stesse regole che esistono sugli altri mezzi di informazione. La libertà di parola e la trasparenza nella gestione dei nostri dati non possono essere messi in discussione: lo abbiamo proposto dall’opposizione e lo faremo” all’esecutivo.

Meloni, quindi, definisce “assurdo che si debba sottostare ai diktat dei padroni delle piattaforme che si arrogano il diritto di dire cosa è giusto e cosa non lo è, cosa si può dire e cosa non si può dire. La libertà di parola non è una concessione di qualche gigante del web”.

Poi, in serata, dalla convention elettorale di FdI a Palermo, al fianco di Renato Schifani, ne tesse gli elogi: “Una persona di grande esperienza e capacità”. L’aspirante governatore promette: “Saremo in continuità e sarà una staffetta con Musumeci”, “noi del centrodestra non accettiamo lezioni di antimafia da nessuno”.

Dal palco del capoluogo siciliano Meloni risponde con ironia ad alcuni contestatori: “Lasciateli fare, tanto io urlo di più, sono cintura nera di urla”. Infine, attacca il Movimento di Giuseppe Conte: “La parola che il M5s usa di più nei comizi è ‘gratuitamente’: quando lo Stato spende soldi non lo fa gratuitamente. Rispondete a chi vi dice queste cose, perché vuol dire essere trattati da imbecilli”.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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