Albares incontra Faría, l’energia al centro dell’interesse. PP: “Chiudono gli occhi in cambio di petrolio”

NEW YORK – L’incontro, avvenuto al margine dell’Assemblea annuale dell’Onu non poteva passare inosservato. E la reazione, in certi ambienti politici, non poteva che essere di critica e condanna. Così, mentre   José Manuel Albares, ministro degli  Esteri spagnolo, definisce “produttivo” l’incontro co Carlos Faría, ministro degli Esteri venezuelano, il Partito Popolare spagnolo considera che, così facendo, si ricicla “dittatura per petrolio”.

L’incontro con il ministro degli Esteri venezolano è stato confermato, con un cinguettio, dallo stesso ministro Albares che, comunque, non ha fornito dettagli. Da anni, le relazioni tra i due Paesi, complice le sanzioni dell’Unione Europea al Venezuela e il riconoscimento di Juan Guaidó quale “presidente interino”, sono assai tese. Anche dopo che l’Unione Europea, nel 2021, ha smesso di riconoscere Juan Guaidó come legittimo “presidente interino”, la Spagna ha evitato di pronunciarsi ufficialmente sul tema.

Il ministro Albares ha reiterato l’importanza dell’America Latina per la Spagna, sottolineando che “è una regione prioritaria”. Ora, con l’invasione dell’Ucraina e la decisione della Russia di Putin di centellinare, quando non di chiudere i rubinetti del gas all’Europa, la Spagna, come d’altronde il resto dei paesi dell’Unione, è in cerca di soluzioni energetiche. Il Venezuela, ricco in petrolio, potrebbe offrirgliene a medio e lungo termine.

Il ministro venezuelano, Carlos Faría, avrebbe assicurato a quello spagnolo che l’intenzione del Venezuela non è altra che quella di “mantenere relazioni cordiali” con la Spagna, “sulla base del rispetto dell’autodeterminazione dei popoli”.

L’incontro tra i due ministri ha provocato l’immediata reazione del Partito Popolare spagnolo. Valentina Martínez, portavoce dei popolari, ha rimproverato il responsabile della politica estera spagnola di aver incontrato il ministro venezuelano. E di averlo fatto nonostante l’Onu, con un “dossier” ben documentato e prove irrefutabili, denunciasse le sistematiche violazioni dei Diritti Umani in Venezuela. Nel “dossier”, l’Onu sottolinea come servizi di intelligence e polizia dello Stato, si siano trasformati in efficaci strutture per “reprimere il dissenso attraverso la commissione di crimini contro l’umanità”.

La portavoce dei popolari ha sottolineato che “mentre l’ONU condannava i crimini di Maduro contro l’umanità, Albares giustificava la dittatura per il petrolio”. Lo ha detto in riferimento alle dichiarazioni del ministro. Albares ha spiegato che, nel corso dell’incontro con il ministro venezuelano, sono state affrontate “questioni energetiche di reciproco interesse” per i due paesi.

Dal canto suo, l’eurodeputato Esteban González Pons, anch’egli del partito conservatore, ha criticato aspramente il governo del presidente Sánchez, per aver messo “il petrolio prima dei diritti umani”.

“Chiuderemo gli occhi in cambio del petrolio? Cadremo così in basso?” ha scritto González Pons su Twitter.

In Venezuela, come risulta dal “dossier” presentato all’Onu, la repressione e la violazione dei diritti umani è sistematica. “Intelligence” e forze di Polizia sono impiegate per soffocare sul nascere qualunque protesta e arrestare e minacciare i leader dell’opposizione.

Redazione Caracas

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