Draghi: “Fermare Putin non solo a parole, mina i nostri valori”

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, interviene all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, interviene all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. (Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

NEW YORK. – Putin va fermato. Perché mina “i valori” e “gli ideali” alla base della Carta delle Nazioni Unite. Mario Draghi fa il suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu e ribadisce la posizione dell’Italia, anche “nei prossimi anni”, a fianco di Ue e Nato. E a difesa dell’Ucraina, l’unica scelta da fare per chi crede “nel rispetto dei diritti, la cooperazione internazionale, la non belligeranza”. Perché “la violenza gratuita non può avere spazio nel ventesimo secolo”, come sottolinea citando Michail Gorbaciov.

Parole pronunciate nella notte italiana, prima dell’ultima sfida all’Occidente lanciata da Vladimir Putin nel discorso con cui annuncia il richiamo dei riservisti. Ma che confermano la linea di condanna del “solo responsabile” delle diverse crisi che la comunità internazionale sta affrontando, legate alla guerra, dalla crisi energetica a quella alimentare. E su cui, osserva chi ha parlato con lui nelle ultime ore, si registra la piena sintonia con la posizione americana.

Joe Biden parla dopo il discorso di Putin, e fa lo stesso richiamo ai Paesi Onu perché “viola i principi della Carta” delle Nazioni Unite. Si pone al di fuori in sostanza, come di fatto argomenta Draghi quando, nella tre giorni a New York, più volte ripete nei discorsi pubblici che l’auspico è che Mosca “torni al rispetto dei principi che scelse di sottoscrivere nel 1945”.

A margine dell’assemblea Draghi – che in chiusura della sua missione, almeno quella ufficiale, partecipa al ricevimento di Biden per i leader – ha diversi colloqui informali: con il primo ministro ucraino Denys Shmyhal, con il Cancelliere Olaf Scholz e anche con il portoghese Antonio Costa, che rivedrà a fine mese ad Alicante, in quello che sarà uno degli ultimi vertici – nel formato Med-9 – cui parteciperà da presidente del Consiglio.

Certo, negli States ha incassato la stima pubblica di Henry Kissinger così come quella del ceo di Blackstone Stephen Allen Schwarzman, mentre in Italia si dibatte sul suo futuro, tra chi lo vorrebbe per un Draghi bis e chi lo vedrebbe bene, invece, a ricoprire un ruolo nelle istituzioni internazionali. Ma lui finora ha respinto in più di una conferenza stampa ogni ipotesi di incarico. E, scherzando con un gruppo di studenti a New York lo ha di fatto confermato, “avrò tempo libero”.

Intanto, nel tempo che resta prima della cerimonia della campanella, bisognerà preparare il “passaggio di consegne ordinato” per il prossimo governo, scrivere la Nadef, e trattare a Bruxelles per ottenere quel price cap sul gas che, da solo, servirebbe a tagliare i finanziamenti a Putin e ad aiutare le famiglie, provate dalle conseguenze economiche della guerra.

“L’Europa deve fare di più”, dice anche davanti ai leader al Palazzo di vetro. Perché i cittadini vanno protetti e “mentre gli Stati aiutano Kiev, la Ue deve aiutare gli Stati” è il messaggio che invia a Bruxelles da New York. Insistendo sul fatto che comunque le sanzioni non solo stanno funzionando ma hanno avuto un “effetto dirompente”, hanno indebolito l’economia russa che fatica a finanziare la guerra e di conseguenza a “reagire alle sconfitte che si accumulano sul campo”.

Gli ucraini hanno senz’altro guadagnato terreno e raggiunto “un vantaggio strategico importante” ma gli esiti del conflitto, avverte il premier, restano “imprevedibili”. Mai come ora.

(dell’inviata Silvia Gasparetto/ANSA)

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