Al via i referendum per l’annessione alla Russia

Una scuola distrutta dalle bombe a Donetsk. ANSA.

MOSCA. – Iniziano domani i referendum farsa nelle zone dell’Ucraina occupate dai soldati russi: un voto “illegittimo”, secondo la comunità internazionale (anche la Cina si è espressa contro), il cui obiettivo è quello di consentiré alla Russia di Putin di annettersi “illegalmente” i territorio controllati dai propri militari.

Il mondo di certo non riconoscerà né il voto né la probabile dichiarazione di annessione da parte del Cremlino, ma a spaventare sono le possibili ripercussioni di questi cosiddetti referendum sul conflitto in Ucraina: dove hanno già perso la vita migliaia e migliaia di persone e si teme una nuova impennata delle violenze, soprattutto dopo la mobilitazione parziale dei riservisti russi annunciata da Putin.

Riconoscendo zone dell’Ucraina come propri territori, il Cremlino potrebbe infatti paradossalmente definire le controffensive delle forze armate ucraine come attacchi alla Russia, ribaltando lo scenario. Non per niente l’ex presidente russo e attuale numero due del Consiglio di sicurezza di Mosca, Dmitry Medvedev, ha affermato che “l’invasione del territorio russo è un crimine che permette di usare tutte le forze di autodifesa”, con annesso riferimento alle armi nucleari.

Il voto è in programma da domani al 27 settembre nelle zone delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia (Ucraina meridionale) nelle mani dei soldati russi, e nelle aree del Donbass controllate dalle autoproclamate repubbliche secessioniste di Donetsk e Lugansk nel sud-est.

I referendum – duramente condannati a livello internazionale e oggi criticati anche dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres – non rispetteranno di certo gli standard democratici. Non solo, infatti, non ci saranno osservatori indipendenti, ma si vota nel bel mezzo di una guerra, con tantissime persone costrette a lasciare le proprie case a causa dei combattimenti.

Tra l’altro, la Russia non controlla del tutto nessuna delle quattro regioni ucraine che punta ad annettersi. Non è neanche chiaro come saranno organizzati esattamente queste votazioni, ma appare scontato che il risultato annunciato sarà quello voluto dal Cremlino. I seggi saranno allestiti anche in Russia, dove vivono molti cittadini ucraini (sebbene la maggior parte di loro, milioni di persone, si siano rifugiate nelle regioni ucraine controllate da Kiev oppure all’estero) e fa riflettere il fatto che – secondo il capo locale dei separatisti – nella regione di Zaporizhzhia dei membri delle commissioni elettorali “scortati dalla polizia” andranno di casa in casa per esortare le persone a votare dalla loro abitazione. A quanto pare non ci sarà invece il voto online, annunciato in un primo momento.

Di questi cosiddetti referendum per l’annessione alla Russia dei territori occupati si parlava da tempo, ma l’annuncio che si sarebbero in effetti svolti è stato dato appena due giorni fa dalle autorità separatiste filo-Cremlino. Tutto è stato insomma organizzato in fretta e furia e proprio dopo che le truppe ucraine hanno riconquistato alcuni territori a sud e soprattutto nel nord-est.

Ma anche dopo lo smacco diplomatico rimediata da Putin al summit di Samarcanda, dove il premier indiano Narendra  Modi ha detto chiaramente al presidente russo che “non è tempo di fare la guerra” e dove, incontrando Xi Jinping, lo stesso Putin ha dovuto riconoscere le “preoccupazioni” della Cina per il conflitto.

(di Giuseppe Agliastro/ANSA)