Italia paese vecchio, fra cinquant’anni ci saranno 11,5 milioni di italiani in meno

La nursery di un ospedale.
La nursery di un ospedale.

ROMA. – Nei prossimi 50 anni la popolazione italiana potrebbe diminuire da un minimo di “soli” 4,2 milioni, passando per 11,5 milioni secondo alcune previsioni demografiche, fino ad un massimo di ben 18 milioni, come dire che da oggi al 2070 si perderebbero le popolazioni del Lazio, della Lombardia e dell’Umbria messe insieme.

Le previsioni demografiche sono, per costruzione, tanto più incerte quanto più ci si allontana dall’anno base, ma è certo che la popolazione italiana andrà incontro ad una forte diminuzione. I numeri li ha presentati l’Istat nel Report sulle previsioni della popolazione residente e delle famiglie.

Il 2049 – dice inoltre lo studio – è l’anno in cui i decessi potrebbero doppiare le nascite: 788mila contro 390mila. 34,9% è la quota di individui di 65 anni e più nel 2050; era del 23,5% nel 2021. Sono 10,2 milioni le persone destinate a vivere sole nel 2041; erano 8,5 milioni nel 2021. Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa tre a due nel 2021 a circa uno a uno nel 2050.

Sul territorio entro 10 anni in quattro Comuni su cinque è atteso un calo di popolazione, in nove su 10 se in zone rurali. In crescita le famiglie ma con un numero medio di componenti sempre più piccolo. Meno coppie saranno con figli, più coppie senza: entro il 2041 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà.

Da circa 15 anni – ricorda l’Istituto nazionale di statistica – l’Italia sta affrontando un ricambio naturale negativo, alla base della riduzione della popolazione, nonostante la parziale contropartita di dinamiche migratorie con l’estero di segno positivo. Nel giro di venti anni si prevede un aumento del numero di famiglie di circa un milione di unità: da 25,3 milioni nel 2021 si arriverebbe a 26,3 milioni nel 2041 (+3,8%). Ma si tratta di famiglie sempre più piccole, caratterizzate da una maggiore frammentazione, il cui numero medio di componenti potrà scendere da 2,3 persone nel 2021 a 2,1 nel 2041.

Tra 20 anni saranno infatti oltre 10 milioni le persone sole: l’aumento dell’instabilità coniugale, in seguito al maggior numero di scioglimenti di legami di coppia, determina un numero crescente di individui e genitori soli. Alle persone sole, comunque associate al concetto di famiglia per quanto micro, si deve principalmente la crescita assoluta del numero totale di famiglie. Gli uomini che vivono soli avranno un incremento del 18,4%, arrivando a superare i quattro milioni nel 2041. Le donne sole sarebbero destinate ad aumentare ancora di più, da 4,9 a quasi 6 milioni, con una crescita del 22,4%.

Entro il 2041 i padri soli, pur rimanendo minoritari rispetto alle madri sole, potrebbero risultare pari a circa 800mila (il 2,9% del totale delle famiglie) e le madri sole arriverebbero con un piccolo incremento a 2,3 milioni (8,8% del totale), cosicché il totale di monogenitori sarebbe pari a 3,1 milioni. Aumentano le donne che vivono sole, che potrebbero costituire circa il 23% delle famiglie totali entro il 2041, da un valore odierno superiore al 19%, con una variazione di circa quattro punti percentuali. Ed anche il primato delle famiglie più numerose, detenuto tradizionalmente dal sud, dal 2041 verrebbe progressivamente a scendere.

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