Fascio littorio appeso a sede Cgil. “E’ intimidazione”

Reperti da collezione sul Fascio, recuperati dai Carabinieri.
Reperti da collezione sul Fascio, recuperati dai Carabinieri. (ANSA)

CORTONA (AREZZO). – Ancora un simbolo fascista nella vita pubblica del Paese, stavolta nell’Aretino e su una sede sindacale, la Cgil, in Val di Chiana, un’area dove 100 anni fa si affermava uno degli squadrismi più violenti. Sono affidate ai carabinieri le indagini sul ritrovamento stamani di una bandiera tricolore in stoffa di 120 centimetri per 90 con un’aquila adagiata su un fascio littorio. Il drappo era appeso alla porta di ingresso della sede di Camucia (Arezzo).

A fare la scoperta il dipendente incaricato di aprire la sede sindacale il quale ha subito avvisato i carabinieri. Gli investigatori – del fatto, comunque, oltre all’Arma si sta occupando anche la Digos – stanno esaminando le immagini registrate da alcune telecamere sebbene non siano posizionate molto vicine.

Per Dalida Angelini, segretaria generale in Toscana, è un “fatto gravissimo”, si tratta dell’ennesima intimidazione fascista che come Cgil riceviamo, con un salto di qualità. Ora si appendono bandiere con aquile su fasci littori, roba da anni ’20. Stavolta spicca anche la tempistica: alla vigilia delle elezioni politiche e a quasi un anno dall’assalto squadrista alla sede della Cgil nazionale a Roma”. Il fascismo, purtroppo, c’è”, ha aggiunto, “continueremo a chiedere la messa al bando delle organizzazioni neofasciste e non ci faremo intimidire da nulla”.

Sulla vicenda è intervenuto il segretario provinciale Alessandro Tracchi: “Qualcuno dirà: è una ragazzata. Qualcuno dirà: è un episodio isolato. Noi diciamo che la maturazione antifascista del nostro paese non è compiuta”. La Cgil di Arezzo farà denuncia alla magistratura. Possiamo solo dire che questo gesto rafforzerà lo spirito antifascista di tutti gli iscritti”.

“É inquietante – sottolinea la segretaria toscana del Pd Simona Bonafè – che ci siano ancora persone nostalgiche dei tempi più bui della storia a tal punto da offendere la sede di un’organizzazione che difende i lavoratori e che fa dell’antifascismo uno dei valori fondanti. Questo avviene alla vigilia di un voto, il momento culmine della democrazia e della libertà, che, é bene ricordarlo, furono riconquistate proprio con la fine del fascismo”.

Per il presidente della Regione Eugenio Giani “chi offende e attacca le organizzazioni sindacali, offende e attacca le libertà fondamentali e la Costituzione, nata da Resistenza e antifascismo. In Toscana non c’è spazio per rigurgiti nazifascisti” e “il gesto è ancora più intimidatorio perché avviene alla vigilia del voto”.

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