Spinta progressista, toni moderati: le linee di PSOE e PP dopo il voto italiano

Feijóo saluta Sánchez el Senato

MADRID — Quali conclusioni trarre dall’esito del voto italiano? In Spagna, i risultati delle politiche di domenica hanno avuto ampia ripercussione, generando molteplici riflessioni in ambito mediatico e politico. E i due principali partiti del Paese, secondo dichiarazioni pubbliche e ricostruzioni emerse oggi sulla stampa iberica, sono già pronti ad affinare ulteriormente le loro strategie politiche, in vista del lungo e intenso ciclo elettorale in arrivo nel 2023. Anche alla luce di quanto avvenuto in Italia.

Da una parte, c’è la linea più marcatamente progressista, rispetto al passato, tracciata per il suo Partito Socialista (PSOE) dal premier Pedro Sánchez: una tattica adottata subito dopo l’ultimo incrocio diretto con le urne, a giugno scorso, tradottosi in una sconfitta in Andalusia molto dura da digerire per la formazione di centro-sinistra e in un trionfo del centro-destra. Come scrive oggi El País, il primo ministro e la sua squadra studiano come evitare che la forte ondata conservatrice risultata vincente in Italia possa estendersi anche alla Spagna. E sembrano orientati ad accelerare ancora di più su questa strada.

Del resto, quanto detto pubblicamente da esponenti socialisti dopo le elezioni in Italia pare proprio volto a battere su questo punto. “La paura e l’incertezza portati dell’estremismo che abbiamo visto ieri in Italia si devono combattere — dal punto di vista dei governi — con politiche decise: per noi, il miglior freno è la protezione del welfare”, diceva per esempio ieri María Jesús Montero, numero 2 del PSOE e ministra del Tesoro María Jesús Montero.

Un concetto ripreso oggi dalla portavoce del governo e ministra per le Politiche Territoriali Isabel Rodríguez. “Noi ci dirigiamo alle classi medie e di lavoratori”, ha detto in conferenza stampa, ribadendo che il governo sta preparando “nuove misure” per proteggere le famiglie dell’alta inflazione (pur senza dare dettagli). “La nostra politica è incentrata sulla protezione sociale e dei cittadini”.

Dall’altra parte, c’è il Partito Popolare di Alberto Feijóo, continuamente alle prese con una questione spinosa, ovvero che rapporti politici stabilire con Vox, formazione di estrema destra che proprio in Fratelli d’Italia (FdI) di Giorgia Meloni ha uno dei suoi grandi alleati europei. Un tema particolarmente complicato dal fatto che, nella forza politica che dirige, ci sono correnti più propense di altre ad accordi e alleanza con la destra più conservatrice di altri.

Una risposta è arrivata oggi dallo stesso leader popolare, rimasto in silenzio per oltre un giorno sui risultati italiani: Feijóo ha detto di “rispettare” la “libera decisione degli italiani”, ma ha anche auspicato “alcune delle affermazioni della campagna elettorale vengano puntualizzate e che l’Italia non abbandoni i propri impegni in favore dell’Unione dell’Europa e sull’euro”. Un riferimento abbastanza esplicito a certe posizioni dure nei confronti di Bruxelles assunte in particoalre da FdI e Lega.

Uno spunto su quale potrebbe essere l’alternativa per il PP a un’alleanza con Vox viene proposto oggi dal giornale conservatore La Razón: l’idea sarebbe, scrive il quotidiano, quella di esplorare accordi con formazioni “regionaliste” e territoriali con rappresentanza in Parlamento. Gruppi avvicinati da Sánchez nel periodo in cui orchestró il ribaltone politico che lo portò al governo nel 2018, con la mozione di sfiducia avanzata contro l’ultimo presidente popolare, Mariano Rajoy, dopo una condanna ai popolari per corruzione.

Redazione Madrid

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