Il Maie denuncia, 20mila schede false in Argentina

Un seggio elettorale. tavolo con le schede già impacchettate.
Un seggio elettorale. tavolo con le schede già impacchettate.

ROMA. – Scoppia il caso brogli nella Circoscrizione Estero con tanto di schede ‘home made’ stampate con un errore grammaticale: ‘Camera dei Diputati’. Il Maie, insieme al Pd e alla Lega convoca una conferenza stampa per chiedere fortemente un cambio della modalità elettorale per l’Estero denunciando, nel frattempo, anomalie in particolare in due circoscrizioni argentine.

“Non vogliamo fare la caccia alle streghe – dice Eugenio Marino, responsabile italiani al’Estero del Pd – ma si ha avuto il sentore di un attacco al voto all’Estero che vogliamo denunciare perché si mette a rischio la credibilità delle istituzioni”.

Nelle circoscrizioni argentine di Rosario e La Plata – denuncia Ricardo Merlo, fondatore del Maie – sulla base di un numero molto alto di elettori, abbiamo verificato l’esistenza di “migliaia di certificati elettorali falsi”. E, a partire da questo, “circa 20mila schede fatte stampare fuori dal consolato: tutte con un errore nella stampa e la dizione ‘Camera dei Diputati’, con uno spagnolismo che ci aveva fatto sospettare”.

“Tutte le schede – denunciano – avevano una croce su un partito e su una preferenza. Per fortuna ci siamo resi conto di questa cosa e sono state separate dalle altre”.

Nel mirino finisce l’Usei, Unione Sudamericana Emigrati Italiani che però si chiama fuori e, anzi, chiede il riconteggio dei voti. “Qualcuno – attacca il presidente, Eugenio Sangregorio – mi ha voluto danneggiare, imputandomi inoltre della responsabilità della dicitura sbagliata su alcune schede con il mio nome. Chiedo un riconteggio delle schede annullate per colpa della dicitura errata nelle schede, e a questo proposito ho anche presentato una denuncia formale: voglio sapere quante sono esattamente le schede annullate, visto che di ciò si sono sicuramente avvantaggiati gli altri partiti presenti alle elezioni”.

A chiedere il riconteggio, questa volta delle schede italiane, è anche, a gran voce, +Europa. Da ieri il partito di Emma Bonino, la storica leader radicale rimasta fuori dal Parlamento, sta battendo su questo punto dopo aver ottenuto il 2,95% dei consensi mancando di uno 0,5% la soglia per far scattare la ripartizione anche nella parte proporzionale.

Al quartier generale di +Europa ci sperano. Il margine – osservano – è minimo ma da mezzo punto dipende la possibilità di portare in Parlamento 4 o 5 parlamentari in più oltre agli eletti (Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova). Si tratta di 10-15mila voti sugli oltre 800mila ottenuti e – spiegano – possono esserci incongruenze dovute semplicemente a errori materiali, umani.

Il partito chiede una scrupolosa analisi dei verbali da parte delle Corti d’appello e attende l’ufficializzazione dei dati. “È stata una breve, ma molto intensa campagna elettorale. Ho incontrato migliaia di persone – dice Bonino – molti giovani, e ricevuto sostegno e apprezzamento. Chiederemo il riconteggio dei voti, collegio per collegio, visto che alla soglia del 3% è mancato pochissimo, appena lo 0,05. Chiediamo il riconteggio – dice Bonino – per dare valore al voto di ciascuno dei nostri elettori”.

(Di Alessandra Chini/ANSA)

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