Nuove sanzioni Ue a Mosca, ma Orban sfida Bruxelles

la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. (Frame video ANSA)

BRUXELLES. – “La Russia deve pagare per l’ulteriore escalation”. A metà pomeriggio Ursula von der Leyen scende al pianterreno di palazzo Berlaymont, accompagnata del ministro degli Esteri Ue Josep Borrell, per metterci la faccia.

E presentare l’ottavo pacchetto sanzioni della Commissione. O meglio, la sua proposta. Che ora dovrà essere vagliata e approvata dai 27 Paesi membri. Qui le cose potrebbero non filare lisce. Perché la presidente ha promesso anche il price cap al greggio russo, sulla linea di quanto stabilito “in linea di principio” al G7. Una misura che dovrà superare le forche caudine dell’unanimità.

Ma c’è un altro “tetto” che continua a dividere, ed è quello sul gas. L’atteso documento non ufficiale della Commissione, in vista del Consiglio Affari Energia di venerdì, prevede infatti un price cap solo al gas russo e non – come chiesto da Italia, Francia e altri 13 Paesi – a tutto quello che importa l’Ue.

I due capitoli, petrolio e gas, sono destinati a dominare le riunione dei prossimi giorni. Sul primo, il diavolo per ora sembra nascondersi nei dettagli. Von der Leyen ha parlato dell’introduzione delle “basi legali” per arrivare al price cap.

Cosa significa in concreto? A che livello verrà fissato il tetto? Per ora non si sa. “Abbiamo già deciso di vietare l’ingresso del greggio russo via mare a partire dal 5 dicembre”, ha ricordato la presidente. “Alcuni Paesi in via di sviluppo – ha continuato – hanno ancora bisogno di forniture di petrolio russo, a prezzi bassi, e questo tetto contribuirà a ridurre le entrate della Russia nonché a mantenere stabili i mercati energetici globali”.

Nel concreto, toccherà al Consiglio entrare nel merito. La presidenza ceca punta ad un via libera prima del vertice dei leader di Praga ma la strada è minata. L’Ungheria, ad esempio, già promette battaglia. Anzi. Viktor Orban ha annunciato una “consultazione nazionale” sulle sanzioni energetiche, suscitando lo spettro di un veto permanente, o addirittura il blocco al rinnovo delle misure contro la Russia.

Nel mentre, oltre Atlantico, l’orchestra suona tutt’altra musica. “Gli Usa stanno lavorando con alleati e partner per imporre rapidamente severi costi economici a Mosca per i referendum farsa in Ucraina”, ha fatto sapere il capo dell’ufficio coordinamento sanzioni del dipartimento di Stato americano, James O’Brien.

La Commissione, ad ogni modo, non si è limitata al price cap. L’ottavo pacchetto contiene misure molto puntute. Nell’ordine: nuove limitazioni all’export di alta tecnologia verso la Russia, per colpire la macchina bellica; riduzione dell’import di materie prime; divieto per gli europei di sedere nei cda di aziende statali russe (già soprannominata come la norma-Schroeder, dato che l’ex cancelliere tedesco guida il Cda di Rosneft). Nel complesso, è la stima dell’Ue, le misure priveranno il Cremlino di altri 7 miliardi di euro d’introiti.

L’ultimo capitolo riguarda l’aggiramento delle sanzioni: chi le evaderà (o aiuterà a farle evadere) sarà incluso a sua volta nella lista nera. E varrà anche per “i non russi”.

Se le divisioni sulle nuove sanzioni già si vedono all’orizzonte, quelle sull’energia sono nei fatti. Ieri 15 Paesi, Italia e Francia incluse, hanno chiesto per iscritto un price cap a tutto l’import di gas. Il non paper della Commissione, giunto alle ultime battute della riunione degli ambasciatori, dice altro, ovvero quello che vuole sentire la Germania: che il price cap va applicato solo al gas russo perché, con un raggio d’azione più ampio, si rischia di non avere più fornitori. Il non paper non ha valore formale ma servirà da base al dibattito del Consiglio Energia di venerdì.

Nel documento comunque la Commissione chiede il massimo coordinamento. “Per far fronte a possibili interruzioni dell’approvvigionamento, si potrebbero rendere obbligatorie misure di solidarietà per garantire a tutti gli Stati membri l’accesso al gas necessario”, si legge nel testo che invita i governi a continuare a proteggere i cittadini più vulnerabili.

Bruxelles si dice anche pronta a discutere la riforma del mercato elettrico nel medio periodo e, nel frattempo, rassicura: se con il price cap la Russia chiuderà totalmente i rubinetti, l’Europa supererà l’inverno mantenendo “temperature medie”.
(di Mattia Bernardo Bagnoli e Michele Esposito/ANSA).

Lascia un commento